Un’altra scarcerazione eccellente per la Vanella Grassi. Dopo quelle di Paolo Esposito, figlio di Vincenzo ‘o Porsche, e di Gaetano Angrisano (genero del fondatore del sodalizio Salvatore Petriccione) arriva un’altra ‘liberazione’ che farà discutere. Mancanza di esigenze cautelari: con questa motivazione è tornato ieri in libertà Giuseppe Corcione, indicato come una delle ‘menti’ finanziarie del clan. Il ras è elemento particolarmente vicino ai fratelli Antonio ed Umberto Accurso quando quest’ultimi gestivano il clan. Come riportato da Il Roma, i giudici della IV sezione della Corte d’Appello di Napoli, accogliendo l’istanza degli avvocati Claudio Davino e Rocco Maria Spina, hanno disposto il suo ritorno a Secondigliano. Decisive dunque le argomentazioni dei legali dell’uomo che ne hanno permesso la liberazione. Corcione è dunque tornato a casa dal carcere di Teramo dove era rinchiuso.
Il ribaltone della Cassazione su Corcione
In primo grado Giuseppe Corcione, arrestato nel blitz avvenuto nel dicembre del 2014, aveva rimediato 12 anni di reclusione, pena poi scesa a 11 anni e sei mesi dopo il processo d’appello. Le accuse a suo carico erano però mutate dopo il recente pronunciamento della Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado. Una pronuncia sul ‘nuovo corso’ della Vanella Grassi. In attesa però del nuovo verdetto le esigenze cautelari a suo carico si sono azzerate motivo per il quale Corcione da ieri è tornato libero nonostante sia considerato dalla Dda come un elemento apicale della cosca nata nel centro storico di Secondigliano. Nel novembre del 2019, insieme ad altri tre esponenti del gruppo, fu tra i beneficiari di una sentenza con rinvio della Corte di Cassazione.
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