Riciclava per i clan Di Lauro, Scissionisti e Mallardo: il profilo di Antonio Passarelli. La Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli ha disposto la confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 294 milioni di euro.
Il provvedimento trae origine da indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nei confronti di un imprenditore Antonio Passarelli che ha posto in essere, per un lunghissimo arco temporale, operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni – condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva.
La collaborazione con i clan di camorra
Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come il predetto imprenditore abbia agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto, in diversi settori commerciali (primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari) e in Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise.
Sproporzione tra redditi e beni posseduti
È stata accertata, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di
ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.
Su queste basi, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni situati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.