Il secondo portiere dell’Inter Josep Martinez è indagato per omicidio stradale dopo l’incidente avvenuto ieri mattina poco prima delle 10 lungo la Provinciale 32, a Fenegrò, nel Comasco, a poca distanza del centro di allenamento dei nerazzurri, ad Appiano Gentile, dove con la sua auto ha travolto e ucciso Paolo Saibene, un ottantunenne che viaggiava su una carrozzina elettrica a quattro ruote. Secondo le prime informazioni, si sarebbe spostato sulla carreggiata.
Cosa rischia Martinez
Il 27enne si trovava alla guida del suo SUV BYD al momento dell’incidente. I veicoli coinvolti sono stati posti sotto sequestro e la strada è stata temporaneamente chiusa per consentire i rilievi. Le indagini sono tuttora in corso, ma dal punto di vista giuridico l’episodio rientra nell’ambito dell’articolo 589-bis del Codice penale, che disciplina l’omicidio stradale.
In base alla norma, qualora venisse accertata una violazione del Codice della strada, la pena prevista va da 2 a 7 anni di reclusione, con conseguente sospensione della patente di guida. Se invece l’evento fosse imputabile a una colpa lieve o non strettamente connessa alla circolazione, la sanzione scenderebbe a una reclusione da 6 mesi a 5 anni, accompagnata da una multa.
Tuttavia, secondo le prime ricostruzioni di quanto avvenuto in via Bergamo a Fenegrò (Como), potrebbe trattarsi di un caso fortuito. Se venisse confermato che la vittima ha perso l’equilibrio o sbandato in modo improvviso e imprevedibile, il procedimento penale potrebbe essere archiviato. In tal caso, la responsabilità del conducente si limiterebbe al piano civile, con il solo risarcimento dei danni coperto dall’assicurazione.
Come chiarito dalla giurisprudenza, infatti, quando la condotta del pedone risulta del tutto anomala e imprevedibile, il conducente non può essere ritenuto penalmente responsabile.

