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HomeCronaca"Non so fare altro", le parole del baby pusher preso nel Napoletano

“Non so fare altro”, le parole del baby pusher preso nel Napoletano

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I carabinieri di Castello di Cisterna hanno setacciato il quartiere popolare 219 e hanno notano un ragazzino passeggiare. L’atteggiamento è di quelli che colpiscono: passo svelto, sguardo inconsapevolmente fisso rivolto verso la gazzella come a temere qualcosa e fare agitato.

I carabinieri fermano quel ragazzo che ha da poco compiuto 14 anni. Il minorenne viene perquisito e trovato in possesso di ben 40 dosi di cocaina pronte per la vendita al dettaglio e di 470 euro in contanti suddivise in banconote di piccolo taglio. Ha detto che non saprebbe fare altro e che non c’è alternativa in una triste consapevolezza da uomo 40enne che le ha provate tutte. Scatta l’arresto per detenzione di droga a fini di spaccio e il trasferimento nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. 

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Le parole del Prefetto di Napoli

“Un ragazzo di 14 anni sorpreso a spacciare droga ha candidamente detto ai carabinieri intervenuti che non saprebbe fare altro. Un’affermazione che ci deve far preoccupare”, ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, commentando l’arresto del pusher minorenne a Castello di Cisterna.

“Ma solo la preoccupazione non basta, occorre altro”, ha aggiunto il prefetto sottolineando la necessità di uno sforzo da parte di tutti – istituzioni, famiglia, chiesa – che abbia un obiettivo condiviso: quello di offrire “a questi ragazzi un’alternativa alla strada, al crimine, allo spaccio”.

“A 14 anni un ragazzo dovrebbe essere a scuola – ha detto ancora Di Bari– Quanto avvenuto rafforza la mia convinzione che bisogna proseguire sulla strada del contrasto all’evasione e alla dispersione scolastica. I dati dell’azione intrapresa sono confortanti ma ovviamente si può e si deve fare sempre di più”.

Per il prefetto è indispensabile seguire con la massima attenzione anche le famiglie “attraverso la rete degli assistenti sociali presente nei Comuni” perché sono proprio le famiglie “ad avere un ruolo fondamentale ma vanno accompagnate, seguite”. Insomma bisogna comprendere a questi ragazzi “che la strada della delinquenza ha solo due sbocchi: la morte o la galera”.

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