giovedì, Agosto 14, 2025
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Bambini intossicati e baracche incendiate, la notte d’inferno dei rom a Giugliano

È stata una vera e propria notte d’inferno per centinaia di rom a Giugliano che, da ieri, si erano trasferiti su alcune piazzole di proprietà della Regione Campania, affidate alla Città Metropolitana e gestite da Sapna. L’area in passato era stata utilizzata come sito di stoccaggio per le ecoballe, successivamente incenerite nel termovalorizzatore.

Ma andiamo con ordine: a seguito di una sentenza che impone lo sgombero del campo rom di via Carrafiello – di proprietà di Francesco Micillo ed occupato abusivamente dal 2019 – entro il 30 aprile, circa 500 nomadi avevano trovato ieri una nuova sistemazione nell’area gestita da Sapna. Altri, invece, hanno abbandonato il vecchio campo e si sono spostati solo di una cinquantina di metri, occupando un’area di proprietà di un’altra famiglia di Giugliano, quella dei Cacciapuoti.

I rom intossicati dai gas nella notte

Dopo anni passati a lottare per trovare una soluzione, Micillo credeva di essere finalmente uscito dall’incubo. Un’illusione durata poche ore, come lui stesso ha raccontato ai microfoni di InterNapoli.it, lanciando dei seri dubbi su un possibile sabotaggio: “Durante la notte, qualche ‘manina’ potrebbe aver aperto i grossi tubi nelle piazzole, manomettendo le condutture, provocando così la fuoriuscita di gas. In breve tempo, l’aria è diventata irrespirabile, causando bruciore agli occhi e alla gola sia a decine di bambini e adulti che sono dovuti ricorrere alle cure mediche urgenti”.

“Alle 6 di questa mattinaspiega Micillo sono stato svegliato da padre Simone il quale mi ha riferito che i rom erano scappati ed erano ritornati sui vecchi terreni perché non ce la facevano più. Credo che qualcuno abbia sabotato volontariamente il proprio spostamento in queste piazzole”. Un’ipotesi, quella avanzata dal proprietario, su cui ci sono accertamenti in corso.

Ci troviamo di nuovo, dunque, al punto di partenza: “Ora i rom hanno momentaneamente occupato i terreni della famiglia Cacciapuoti”racconta ancora Micillo. “Questa mattina abbiamo tenuto una riunione e abbiamo raggiunto un’intesa, cioè che fino alla convocazione del tavolo istituzionale, prevista per la prossima settimana, i nomadi resteranno sui terreni della famiglia Cacciapuoti, impegnandosi però a non causare danni, come l’accumulo di rifiuti, taglio di piante o accensione di roghi”.

Le baracche incendiate nel ‘vecchio’ campo di via Carrafiello

Non solo la fuoriuscita di gas che ha intossicato i rom che si erano spostati nell’area gestita da Sapna, ma durante la notte alcune delle ex baracche di via Carrafiello sono state incendiate, costringendo all’intervento i vigili del fuoco.

“Stanotte qualcuno ha incendiato alcune delle ex baracche – denuncia infine Micillo -. Una o due sono andate a fuoco, tanto che è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Ho chiesto spiegazioni all’Esercito, che comprensibilmente non ha potuto confermare se si sia trattato di residenti o di un rogo causato da etnie rivali. I rappresentanti della comunità rom mi hanno assicurato che il loro gruppo, appena trasferitosi, è parte lesa in questa vicenda. Anzi, hanno garantito che da oggi faranno da sentinella, impegnandosi a vigilare sulle baracche abbandonate fino alla convocazione del tavolo istituzionale”.

Insomma dopo 6 anni ci troviamo ancora davanti ad un nulla di fatto: la cosa certa è che entro fine mese si dovrà trovare una soluzione altrimenti interverrà coattivamente la magistratura.