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venerdì, Aprile 19, 2024
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Benzine, aumenti record anche a Napoli: sfondato il muro di 3 € a litro: “Eliminare accise e Iva”

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“Il caro benzina rischia di travolgere non solo interi settori commerciali, come quello degli autotrasportatori, della pesca e della produzione di alimenti di prima necessità come pane e pasta,  ma anche le famiglie italiane. Gli aumenti sono diventati insostenibili e risulta sempre più difficile contenere le speculazioni operate sulla pelle, anzi sulla tasca, degli italiani. Per questo abbiamo deciso di lanciare un’iniziativa attraverso i canali della Radiazza per segnalare tutti i casi più eclatanti. E di segnalazioni ne sono arrivate già tantissime. Tra le più clamorose, per ora, il caso di una pompa di benzina a Pianura dove il costo del metano alle 6 del mattino era di tre euro l litro e alle 6.30 era arrivato a quattro euro; a Torre Annunziata la benzina costa molto più cara di Capri con tre euro a litro contro i 2,50 euro dell’isola dove, tradizionalmente, i costi sono più alti a causa dei trasporti via mare. Contro questi aumenti un primo passo importante sarebbe quello di eliminare subito accise e tasse di scopo oramai sorpassate come abbiamo chiesto.

Dalla metà degli anni Novanta, quando è stato istituito il Testo unico delle accise, le vecchie imposte di fabbricazione immaginate per finanziare guerre o ricostruzioni sono state abolite, a favore di un unico capitolo di spesa generale e senza vincoli. Rimane il fatto che una tassa di scopo, una volta raggiunta la finalità, dovrebbe scomparire e non essere inglobata senza vincoli di destinazione. Abbiamo chiesto formalmente al governo di eliminare queste accise”. Queste le parole del consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, e del conduttore radiofonico Gianni Simioli, che hanno lanciato l’iniziativa per segnalare i casi di speculazione sul caro benzina.

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CARLUCCI (UAI-FNGI): ELIMINARE ACCISE ED IVA SU CARBURANTI PER NON RISCHIARE

TRACOLLO IMPRESE E FAMIGLIE

“La crisi sovvenuta dopo due anni già di per se duri di pandemia, impongono una riflessione su interventi mirati per ridurre prezzi dei carburanti considerarti primari nel contesto dell’economia italiana” è la considerazione del Presidente Cosimo Damiano Carlucci della Federazione Nazionale Giovani Imprenditori aderente all’Unione Artigiani Italiani e delle PMI, che aggiunge,

“rileviamo il grido di dolore delle Imprese e delle famiglie non solo per l’aumento di Energia elettrica e gas che incidono sia sulle produzioni sia sul potere d’acquisto dell’economia italiana. Il gravoso balzello delle accise soprattutto sui carburanti per autotrazione ormai divenuti obsoleti che finanziavano eventi a partire dagli anni 60 e dopo 60 anni e oltre pensiamo, abbiano già finanziato le opere, gli interventi militari o i danni con le mila tonnellate di benzina e diesel consumate dal popolo italiano nel lungo lasso di tempo.”

Ne consegue che l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul gpl), e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa.

Vi riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel. vi riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel.

– Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);

– Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);

– Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);

– Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);

– Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);

– Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);

– Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);

– Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);

– Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);

– Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;

– Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;

– Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;

– Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;

– Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;

– Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;

– Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);

– Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;

– Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;

– Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.

“Intervenire per ridurre un balzello obsoleto consente di mantenere i prezzi” aggiunge Carlucci,

“negli standard di non pesare sui bilanci familiari considerato anche che quasi tutto nel nostro

paese viaggia su gomma e qui di indirettamente legato ad aumenti progressivi che si ritorno sui

prodotti finali. Ho già fatto richiesta al Dirigente Generale UAI Giuseppe Zanetti ed al Presidente

Nazionale UAI Gabriele Tullio di essere portavoce con il governo centrale del pericolo di chiusure delle imprese e default delle famiglie per mantenere almeno nel breve la possibilità di sopravvivere ed essere competitivi. “

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