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venerdì, Aprile 26, 2024
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Boss omicida incassava il Reddito di Cittadinanza, contributo anche a famiglie mafiose

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Avrebbero incassato illecitamente il reddito di cittadinanza per complessivi 900mila euro. Sono 109 gli indagati, nelle province di Bari e Barletta Andria Trani, tra condannati per mafia o familiari di pregiudicati per reati mafiosi.

La Guardia di Finanza eseguiva altrettanti provvedimenti di sequestro al termine dell’operazione “Veritas”, coordinata dalle Procure di Bari e Trani. Disposto il sequestro sia delle disponibilità finanziarie, provento del reato, sia delle carte postamat Rdc utilizzate dagli indagati per prelevare il sussidio.

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I finanzieri, in collaborazione con le direzioni provinciali dell’Inps, analizzavano le posizioni dei soggetti gravati da sentenze di condanna definitiva per reati di mafia e dei loro familiari, accertando così che 37 condannati e 72 loro parenti per mesi avrebbero percepito indebitamente il sussidio, omettendo di comunicare le condanne.

BOSS CONDANNATO PER MAFIA, PRENDEVA IL REDDITO DI CITTADINANZA

Tra gli indebiti beneficiari del reddito di cittadinanza è stato individuato un boss del Nord Barese, del clan mafioso Cannito-Lattanzio, condannato per mafia e per tentato omicidio.
Ci sono poi numerosi pluripregiudicati dei clan baresi Capriati, Di Cosola, Strisciuglio, Diomede-Mercante e loro familiari.

Oltre al sequestro penale, gli esiti degli accertamenti sono stati comunicati all’Inps per l’adozione dei provvedimenti di decadenza o di revoca dei benefici illecitamente erogati e per l’avvio delle azioni di recupero dell’indebito percepito.

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