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giovedì, Aprile 25, 2024
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Accusato di essere il collegamento con i narcos, scagionato noto imprenditore vesuviano

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Il sei aprile dello scorso anno, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli – dott. Isabella Iaselli –   furono tratte in arresto per associazione  internazionale dedita al narcotraffico otto persone, gruppo che vedeva al vertice, secondo l’accusa, Bruno Luigi, incensurato imprenditore di S. Anastasia, compagine  che vedeva al suo interno  due sottogruppi, uno napoletano ed uno salernitano.

La difesa dell’imprenditore, rappresentata dall’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli, ha ostinatamente cercato di  contrastare l’impianto accusatorio che poteva far leva su un numero impressionate di intercettazioni telefoniche ed ambientali e su plurimi sequestri di droga, tra cui il più imponente pari a trenata chilogrammi di cocaina, sequestro avvenuto in Turchia, precisamente  ad Istanbul in data 29.04.15.

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Durante il  braccio di ferro tra accusa e difesa è intervenuto un colpo di scena.

La Suprema Corte di Cassazione,  II sezione penale, presieduta dalla  Dott.ssa Matilde Cammino e che ha visto quale relatore la dott.ssa Lucia Aielli, nonostante il Procuratore Generale dott.ssa De Masellis avesse chiesto il rigetto del ricorso,  ha accolto il ricorso proposto dall’avvocato Dario Vannetiello nell’interesse dell’  insospettabile imprenditore di S. Anastasia Bruno Luigi.

Le accuse erano pesantissime  essendo Bruno Luigi  ritenuto dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli a capo di ben due organizzazioni internazionali dedite al narcotraffico, l’una finalizzata alla commercializzazione della cocaina, l’altra alla produzione ed alla commercializzazione delle anfetamine.

Annullato, quindi, dalla Suprema Corte per la seconda volta all’interno del medesimo procedimento penale il giudizio  espresso dal Tribunale di Napoli – VIII sezione riesame – con la ordinanza emessa il 25.01.18, atteso che, in precedenza, diversa sezione della Suprema Corte,  la sesta  sezione, con sentenza assunta in data 21.11.17, sempre in accoglimento di  ricorso proposto dall’avvocato Vannetiello aveva annullato altra ordinanza emessa a carico di Bruno Luigi  in data 21.04.17 dal Tribunale di Napoli.

La recente decisione assunta dai giudici capitolini potrebbe incidere sull’importante giudizio che è chiamato ad esprimere  in data 12.07.18  il Giudice dott. Vincenzo Caputo, magistrato che dovrà decidere, in sede di giudizio abbreviato,  se accogliere o meno la richiesta dell’accusa di condannare l’imprenditore ad anni 19 di reclusione.

La situazione giudiziaria dell’imprenditore, nonostante  il doppio risultato favorevole ottenuto in cassazione,  non è certo  di semplice risoluzione atteso che Bruno risulta essere stato  già condannato in primo grado ad anni 22 di reclusione per l’omicidio di Annunziata Nicola, delitto avvenuto in Mugnano del Cardinale proprio nel giorno in cui la ipotizzata associazione diretta da Bruno Luigi subiva  il sequestro in Turchia del carico di 30 chilogrammi di cocaina purissima.

Appare chiaro che le schermaglie tra la direzione distrettuale e la tenace  difesa dell’imprenditore non sono destinate a finire a breve.

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