«In Campania c’è un sovraffollamento spaventoso. Abbiamo attualmente 7509 detenuti su 5.584 posti» con un dato percentuale del 134,7%. Samuele Ciambriello, garante regionale delle persone private della libertà e Portavoce nazionale della conferenza dei garanti territoriali, lancia nuovamente l’allarme presentando la Relazione Annuale 2024 sulle condizioni delle carceri campane presentata questa mattina al Consiglio regionale della Campania. Dei 7509 detenuti, 892 sono stranieri e 349 sono donne.
Alcuni dati significativi
Nella Relazione Annuale alcuni dati sintetizzano le difficoltà all’interno degli istituti penitenziari e case circondariali della regione relativamente al sovraffollamento. Il Giuseppe Salvia di Poggioreale l’indice di sovraffollamento è del 155,45% seguito da Benevento con il 154,55% e Salerno con il 154,18%, Sant’Angelo dei Lombardi con 146,15%, Ariano Irpino con 131,6% e Bellizzi Irpino con 116,38%. Il surplus di persone all’interno delle carceri determinano anche situazioni di forti difficoltà come i 20 decessi di cui 11 suicidi nelle strutture di detenzione della Campania.
I numeri impietosi riguardanti i detenuti minorenni
«Purtroppo – aggiunge Ciambriello – sono in aumento i reati sia dei minori sia dei giovani dai 18 ai 24 anni. Quello sui minori è il dato più allarmante. In questo senso occorre prevenire piuttosto che curare, non basta solo una risposta di custodia» sottolinea Ciambriello aggiungendo come nel 2024 «6.200 minori solo in Campania, 14.000 in Italia, sono stati fermati, denunciati, affidati ai servizi sociali, accompagnati dai genitori, messi alla prova, mandati nelle comunità e, per reati più gravi, nelle carceri».
Su tale aspetto, ancora una volta, i numeri della Relazione sintetizzano in larga parte la problematica. Al 31 dicembre 2024 in Campania sono risultati detenuti 99 minori, 76 di questi a Nisida e 28 ad Airola.
L’aumento dei delitti contro la persona
Rispetto all’anno precedente, sono aumentati i delitti contro la persona: 38 tentati omicidi e 6 omicidi consumati. Di questi 42, sono da attribuire ai minorenni. Aumentano anche i delitti di lesioni personali, che raggiungono un totale di 506 casi: di questi 325 riguardano la fascia d’età tra i 14 e i 17 anni. Il 21,7% è commesso da minori e giovani adulti stranieri. Gli atti persecutori sono stati 80, di cui 54 commessi nella fascia 14-17 anni e 26 in quella 18-25.
I reati contro il patrimonio e l’utilizzo di armi
Pesanti anche i numeri dei reati contro il patrimonio. Nel 2023 le rapine sono state 132, 283 per l’anno 2024; di questi, 270 nella fascia 14-17 anni e 13 in quella 18-25. Da 23 di due anni fa a 171 del 2024.
Aumenta l’uso di armi, 68 nel 2024 (60 nella fascia 14-17 anni e 8 in quella 18-25) rispetto ai 38 del 2023. Su un totale di 2.692 delitti commessi nella fascia 14-25 anni, circa il 72% è stato commesso da ragazzi in età compresa tra i 14 e i 17 anni. Di questi crimini il 24,6% è stato commesso da minori e giovani adulti di nazionalità straniera.
Le altre considerazioni del garante
Il garante regionale dei detenuti scuote la testa anche su altre aspetti contenuti nella relazione. In Campania, afferma Ciambriello, è disponibile «uno psichiatra ogni 500 detenuti, a partire dal carcere di Poggioreale dove, con più di 2.000 detenuti presenti, 600 detenuti psichiatrici e 80 psicotici, sono presenti solo due psichiatri». Soluzioni? Secondo il garante «bisogna istituire da subito un’Unità operativa semplice del dipartimento di Salute mentale interno formato da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, oss, prevista dal decreto numero 6 del 25/1/2018, ma non ancora applicata a partire dal carcere di Poggioreale. Mi indigna la chiusura delle due articolazioni psichiatriche a Sant’Angelo dei Lombardi (10 posti) e a Benevento (6 posti). Due anni fa il Consiglio regionale ha deliberato l’apertura di una nuova Rems, ad oggi ancora nulla. Bisogna creare alternative per i detenuti psichiatrici, il carcere deve essere l’ultima risposta».
Ciambirello lancia nuovamente un monito al corpo istituzionale. «La politica sul carcere pensa alla pancia della gente. La pancia, purtroppo, della maggioranza degli italiani vive un populismo penale, politico, un populismo mediatico, i processi si fanno sui social e in televisione. Io – chiosa il garante regionale – mi auguro che ritorni un po’ quella vecchia Repubblica che dal dopoguerra ad oggi ha fatto, per 15 volte, amnistia e indulto. Il Papa lo scorso 26 dicembre ha aperto, nel carcere di Rebibbia, la Porta Santa. Non è un segnale di buonismo, ma di uno stato democratico e forte. Tra l’altro lo dico la magistratura, la politica, l’indulto e l’amnistia sono previsti dalla Costituzione. Possibile che, nonostante tali residui di pene e pene lievi e lievissime, non si riesca ad aumentare le percentuale di coloro che possono scontare la pena fuori dal carcere attraverso il ricorso a misure alternative? Con questa che oltre a corrispondere ad un atto di giustizia, diminuirebbe di molto il sovraffollamento e l’attuale struttura dei costi”
Oliviero, sfoltire le carceri problema serio da affrontare
“Ciambriello rappresenta il quadro attuale delle carceri in Campania e le sue difficoltà, sottolinea la presenza di tantissimi tossicodipendenti che hanno difficoltà di salute.
E le difficoltà di promiscuità con tutti gli altri detenuti ci sono. E quindi c’è il problema serio di come sfoltire le carceri”. Così il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, a margine della presentazione del rapporto annuale 2024 sul pianeta carceri nell’aula Siani del Consiglio regionale.
“C’è bisogno di fare una riflessione – prosegue – di parlare di pene alternative e di una serie di vicende che, se messe in campo, possono alleggerire una situazione che è drammatica”.
A chi gli chiede cosa può fare la Regione sulla condizione della sanità in carcere, risponde: “Può fare molto perché ormai la sanità penitenziaria è sanità regionale, non più delegata al Ministero di Giustizia. E’ chiaro che c’è questa fase transitoria che sembra non finire mai, ma che bisogna chiudere definitivamente e con un provvedimento nazionale, che vada in questa direzione di alleggerimento, di sfoltimento delle carceri, ci può essere sicuramente d’aiuto”.
A chi fa notare che sono ancora pochi gli psicologi e ci sarebbe bisogno di maggiore assistenza sanitaria replica: “Su questo stanno facendo già molto i servizi sanitari regionali, e le Asl stanno rafforzando tantissimo il sistema penitenziario, però tenete conto che siamo ancora una Regione che in questi giorni uscirà definitivamente dal piano di rientro. Credo per fine maggio si chiuderà questa vicenda e noi potremmo fare ulteriori assunzioni che, al momento, sono ancora contingentate”.