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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Il Cenone della Vigilia di Natale: i piatti immancabili sulle tavole dei napoletani

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E’ iniziato il conto alla rovescia per l’attesissima cena della Vigilia.  Un cenone che, come da tradizione napoletana, sarà poco incline al risparmio calorico. Pietanze magicamente innaffiate da vini bianchi e secchi campani serviti freddi (Falanghina, di Fiano, di Greco di Tufo o di Solopaca o Coda di Volpe).

L’antipasto della Vigilia

Non può mancare la classica insalata di polpo, ma anche alici e salmone marinati. Spazio anche alla pizza di scarole, meglio se ‘avanzata’ dallo spuntino dell’ora di pranzo.

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Il primo piatto

Pochi dubbi sul primo piatto. L’unica decisione riguarda la pasta da associare alle vongole con o senza pomodorini: spaghetti o vermicelli. Per chi non gradisce le vongole invece le alternative rappresentano scampi, l’astice o la pescatrice

Il secondo piatto della Vigilia

Secondo piatto a base di pesce preparato al forno o, a volte con una frittura, ma sempre di pesce fresco Anche qui la tradizione richiede del pesce al forno da scegliere tra spigola all’acqua pazza o al forno, orata in cartoccio o molte volte una bella frittura fatta al momento di gamberi e calamari con anche dei merluzzetti piccoli. Il Cavalcanti consigliava anche una casseruola di  “calamarielli e seccettelle (seppioline)” eventualmente fatta con la salsa, ma il pesce in bianco ha tutto un altro sapore.

Secondo piatto

Nella cena della vigilia non manca mai il Baccalà e il Capitone, anche se quest’ultimo non gradito a tutti. A far la voce grossa è il baccalà che si prepara fritto a zeppoline: è il vero piatto della tradizione e dev’essere spugnato bene e non troppo salato.

I contorni

A riempire la tavola c’è la classica insalata di rinforzo. Preparata in genere con cavolo bollito, condito con molte acciughe salate, olive verdi e nere, giardiniera e pezzi di papaccelle, i peperoni rossi e verdi, meglio se piccanti. Il tutto condito con un buon aceto.

La Frutta della Vigilia: fresca e secca

La frutta fresca prevede, invece, mele annurche del beneventano e mandarini dei campi flegrei, oltre al melone di pane. Ad essere gradita più che mai è, infine la frutta secca con noci, mandorle, nocciole campane, fichi del Cilento e datteri.

I dolci natalizi

Dopo al frutta è il momento dei dolci: struffoli, roccocò, raffiuoli, cassatine, susamielli, le paste reali e i mostacciuoli al cioccolato.

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