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Clamorosa retromarcia, revocata la protezione a Francesco “Sandokan” Schiavone

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Revocato il programma di protezione a Francesco “Sandokan” Schiavone. Come riporta l’Ansa, la Procura di Napoli, valutato quanto aveva raccolto dal fondatore del clan dei Casalesi, nei giorni scorsi aveva deciso di interrompere il percorso tentato dall’ergastolano. All’Antimafia partenopea è stato dato il via libera dal Ministero che ha disposto per Schiavone di nuovo il trasferimento al 41 bis.

La Procura di Napoli ha deciso di interrompere il percorso di collaborazione avviato pochi mesi fa dall’ex capoclan dei Casalesi Francesco ‘Sandokan’ Schiavone.
Gli inquirenti hanno deciso di revocare il programma di protezione cui era stato sottoposto, ritenendo che le dichiarazioni finora rilasciate da Schiavone non fossero utili.

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I pm anticamorra coordinati dal Procuratore Nicola Gratteri hanno poi chiesto il via libera dal Ministero della Giustizia, che ha disposto per Sandokan il ritorno alla detenzione in regime di 41 bis. Già nei giorni scorsi erano emersi elementi che portavano a una collaborazione blanda da parte di Schiavone.

L’iter di collaborazione con la giustizia intrapreso da Sandokan era arrivato ad una fase cruciale. Oltre 3 mesi da potenziale collaboratore di giustizia, ma le dichiarazioni di Francesco Schiavone non sono state ancora depositate in nessuno dei processi di  camorra. Come riporta il Corriere della Sera la collaborazione con la giustizia dell’ex boss del clan dei Casalesi potrebbe essere già arrivata alla fine. Nel nuovo Palazzo di Giustizia ormai da alcuni giorni le voci si rincorrono: il percorso di collaborazione di Sandokan potrebbe essere interrotto da un momento all’altro.

“O ci uccidono o ci rimettiamo”, il figlio del pentito Schiavone voleva riorganizzare il clan

Emanuele Libero Schiavone voleva riaffermare la supremazia criminale della fazione una volta riconducibile al padre pentito. Questo viene contestato al 32enne sottoposto a fermo nei giorni scorsi insieme con Francesco Reccia, 20 anni, entrambi bloccati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta. Il gip di Napoli ha convalidato i fermi emessi lo scorso 13 giugno dalla Procura partenopea (pm Simona Belluccio e Vincenzo Ranieri, procuratore aggiunto Michele Del Prete) e disposto la misura cautelare del carcere per entrambi.

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Redazione Internapoli
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