Sessa Marino, 50enne giuglianese, era stato sottoposto alla detenzione domiciliare dallo scorso mese di agosto dal Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila, dapprima detenuto nel carcere di Lanciano in espiazione di un cumulo di pene di 7 anni e 4 mesi composto dalla pena di 6 anni di reclusione per associazione mafiosa ex art. 416 bis del codice penale e di 1 anno e 4 mesi per ricettazione. Era controllato dai carabinieri della locale Stazione coordinati dal Comandante Erebo Stirpe.
Il Tribunale di Napoli, sesta sezione penale, Presidente Stefania Daniele, accogliendo l’incidente di esecuzione sollevato dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, ha annullato la sentenza di condanna che stava attualmente espiando il Sessa, rimettendolo immediatamente in libertà. Era stato sollevato un errore sulle notifiche processuali, di cui non aveva avuto conoscenza l’imputato, perché presuntamente latitante quando si era celebrato il processo di primo grado. Un cavillo giudiziario che ha portato l’uomo in libertà.
Clan Mallardo, con le scarcerazioni eccellenti si ricompone la ‘vecchia guardia’ ma i capi sono ancora in cella
La Dia fa rientrare il clan Mallardo tra le organizzazioni più solide non solo della Campania ma dell’intero territorio nazionale. La capacità principale della cosca giuglianese, facente parte del cartello dell’Alleanza di Secondigliano, è stata quella di continuare a detenere il controllo del territorio nonostante l’arresto negli anni di tutti i capi ed i reggenti.
“Il monopolio degli affari illeciti nei territori di pertinenza, un forte potere economico ed una spiccata capacità rigenerativa degli organici nonostante restino detenuti i due fratelli ritenuti a capo del sodalizi”. Questa l’ultima descrizione che la Dia fa del clan Mallardo. La cosca è ritenuta dall’Antimafia una delle organizzazioni criminali più potenti d’Italia, anche grazie alle sue strette alleanze con i clan napoletani dei Contini e Licciardi con cui forma l’Alleanza di Secondigliano. Ma anche con i clan dei Casalesi e le cosche limitrofe come i Polverino ed i Ferrara Cacciapuoti.
L’ultima relazione della Dia parla del clan Mallardo
Il clan Mallardo, dunque rappresenta una delle organizzazioni camorristiche più strutturate del panorama criminale campano con una catena di comando che garantisce al gruppo la massima coesione e il monopolio degli affari illeciti nei territori di pertinenza, un forte potere economico e una spiccata capacità rigenerativa degli organici nonostante restino detenuti i due fratelli ritenuti a capo del sodalizio (Ciccio e Peppe Mallardo), mentre la sorella del defunto boss storico dei Mallardo sia sottoposta alla misura alternativa della detenzione domiciliare