Nuovo arresto per Raffaele Paolo, ras della mala di Secondigliano e con trascorsi nel clan Di Lauro. Soprannominato ‘o rockets, è finito nuovamente in manette grazie a un repentino blitz degli agenti della squadra investigativa ed operativa del commissariato di Secondigliano, guidati dal dirigente Tommaso Pintauro e dall’ispettore Luca Boccia.
L’uomo è stato bloccato durante un controllo a casa della compagna nella zona di Case della Reggia quasi a ridosso di San Pietro a Patierno: nell’abitazione i ‘fantasmi’ hanno rinvenuto ben 35 dosi di cocaina. Ragion per cui Paolo, che era in regime di arresti domiciliari, è stato accompagnato in carcere. Spetterà adesso al suo legale, l’avvocato Raffaele Pucci, provare a ridimensionare le accuse per il suo assistito.
L’intervento degli agenti, l’ennesimo nella zona del ‘Bronx’, dimostra la particolare attenzione dedicata a questa parte di territorio da parte dei poliziotti di Corso Secondigliano, dopo alcuni episodi di violenza che hanno suscitato indignazione su diversi social.
Tornando a Paolo, quest’ultimo fu arrestato da latitante sempre dai poliziotti di Corso Secondigliano nel dicembre del 2022. Si era dato alla macchia quando gli agenti si recarono presso la sua abitazione per notificargli una misura cautelare, non trovandolo. Paolo, in particolare, era accusato di 14 episodi di spaccio commessi tra il 2021 e il 2022.
Sul conto di Paolo ci sono pagine e pagine di verbali di collaboratori di giustizia, nonché alcune intercettazioni ambientali, come una del 2011, in cui Carlo Niola, altro storico affiliato della cosca di Secondigliano, utilizzava un’utenza telefonica intestata proprio a Paolo. Niola, in quell’occasione, chiedeva a un certo Pierino di intestarsi un’imbarcazione che intendeva acquistare.
«È uno scafo… ma quanti metri è?»
«È nove metri, ne parliamo sabato pomeriggio da vicino. Ma tu non la devi comprare, te la pigli… hai capito come? Il TT è tuo?»
«Eh»
«E tieni anche una barca.»
«Va bene.»
Raffaele Paolo viene indicato come particolarmente pericoloso, nonché come un elemento di spicco della mala dell’area nord: qualche anno fa ha deciso di collaborare con la giustizia il figlio Pasquale, le cui dichiarazioni sono allegate all’ultima ordinanza che decapitò i vertici del gruppo Raia di Scampia.


