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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Morte di Davide Bifolco, lo zio si sfoga dopo la sentenza: “Calpestata la dignità della nostra famiglia”

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Morte di Davide Bifolco: lo sconto di pena da 4 e 4 mesi a 2 anni di pena sospesa in Appello per il carabiniere Gianni Macchiarolo, imputato al processo del Tribunale di Napoli su quanto accadde al giovane residente del Rione Traiano, «è una vergogna per l’Italia intera. La nostra famiglia si è vista ledere pesantemente la propria dignità con questa sentenza e non ce lo meritiamo affatto. Lo continueremo a gridare con forza». A sfogarsi ad InterNapoli.it è Gianluca Muro, lo zio del 16enne ucciso il 5 settembre del 2014 quando, fermato dai carabinieri dopo un inseguimento di uno scooter in sella al quale c’erano altri due ragazzi senza casco, Davide venne raggiunto da un colpo di pistola partito, secondo quanto appuntato dalle indagini, accidentalmente dalla pistola di ordinanza del militare dell’Arma in servizio.

Macchiarolo inciampò durante le operazioni di blocco, cosa che provocò l’esplosione del proiettile della pistola dove non era inserita la sicura. Due giorni fa, la sentenza di riduzione della pena in Appello per il carabiniere ha scatenato le ire della famiglia e l’indignazione dei cittadini del Rione Traiano, dove avvenne il fatto, con i comitati scesi in piazza per un corteo.

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Lo zio Gianluca Muro, riaprendo la profonda ferita di quanto successo in realtà mai rimarginata, aggiunge: «Il nostro quartiere è stato additato come un covo di soli delinquenti. Secondo qualcuno al Rione Traiano ci sono soltanto spacciatori, Non è così e neppure Davide lo era. Anche i vecchi precedenti del padre e il fratello non hanno nulla a che fare con la malavita organizzata o l’appartenenza ad una cosca. Lo vogliamo dire al Paese e lo dico anche al ministro dell’Interno Matteo Salvini: crescere in un rione popolare non vuol dire appartenere automaticamente essere un malvivente. Mio nipote giocava a pallone, era un adolescente come ce ne sono tanti».

In molti hanno però obiettato che un ragazzino di 16 anni non si dovesse trovare in sella ad un motorino in 3 e senza casco. Gianluca non è d’accordo: «È che vuol dire questo? io gestisco un bar e sapete quando si riempie il più delle volte di giovani? A notte inoltrata, non prima. Le abitudini dei ragazzi sono cambiati e questo non può certo essere un discrimine. I parenti devono avere rispetto per il dramma vissuto ed anche la memoria di Davide lo merita».   

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