E’ stata emessa pochi minuti fa dalla Corte d’Appello di Napoli la sentenza di secondo grado dell’inchiesta Resit. Confermato l’impianto accusatorio emerso già in primo grado. Tra le pene più alte ci sono quelle inflitte all’avvocato di Parete Cipriano Chianese condannato a 18 anni (in primo grado ne aveva beccati 20) e Gaetano Cerci della fazione dei Casalesi sotto Bidognetti, condannato a 15 anni (appena un anno in meno del precedente verdetto).
Nemmeno la nuova super perizia chiesta del procuratore generale nel corso del dibattimento è riuscita a spostare le risultanze emerse nell’indagine sulla discarica di Parete. Tra gli imputati anche l’ex sub commissario di governo per l’emergenza in Campania, Giulio Facchi e i fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma, imprenditori del settore. Il processo nasce dall’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sui rifiuti sversati nei territori tra Parete e Giuliano e su quelli che la discarica Resit di Giuliano avrebbe ‘accolto’. Un invaso diventato in breve tempo una vera e propria bomba ecologica secondo l’accusa che ha contestato i reati di disastro ambientale e avvelenamento delle falde acquifere.