mercoledì, Agosto 13, 2025
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Estorsione per il clan Pezzella, nuovo arresto per gli Orefice

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Nuovi guai giudiziari per il ras Michele Orefice e per suo figlio Luigi. Dopo gli arresti di inizio luglio per il tentato omicidio del tiktoker Luca Di Stefano titolare della ristopescheria ‘Il Sole di notte’ a Sant’Antimo, ai due sono state notificate due ordinanze di custodia cautelare in carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nuovi guai giudiziari dunque per i due ras inquadrati nel clan Pezzella, formazione criminale attiva a Frattamaggiore e Frattaminore.

Il raid a Sant’Antimo

Riguardo la clamorosa azione di fuoco dello scorso maggio (e culminata negli arresti di luglio) quest’ultima sarebbe stata deliberata ed eseguita come reazione a una presunta relazione sentimentale intrapresa da Di Stefano con una donna, che in precedenza sarebbe stata legata allo stesso Orefice senior.

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Nei confronti dei tre arrestati (Luigi Orefice, Michele Orefice e Pietro D’Angelo) il gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, detenzione e porto di arma, tutti aggravati dal metodo mafioso, e di ricettazione.

Raid nella ristopescheria a Sant’Antimo: una questione amorosa dietro gli spari a Di Stefano

Una relazione passata non gradita al boss dietro gli spari a Luca Di Stefano, titolare della ristopescheria di Sant’Antimo ‘Il sole di notte’. Un semplice sospetto di una ripresa di quel legame causa scatenante di una spedizione punitiva in piena regola.

Il famoso pescivendolo tiktoker fu centrato di striscio il mese scorso da colpi di arma da fuoco quando due uomini, pistole alla mano, entrarono nel suo locale esplodendogli contro alcuni colpi. A distanza di un mese i presunti autori hanno un nome e cognome, si tratta di Luigi Orefice, figlio del boss Michele dell’omonimo gruppo federato ai Pezzella, e Pietro D’Angelo indicato come esecutore materiale del raid.

La relazione sospetta

Nelle circa 40 pagine emerge l’incredibile retroscena dietro il raid: Michele Orefice, padre di Luigi, da tempo in una relazione con una donna avrebbe saputo dal figlio che quest’ultima continuava ad avere contatti con il suo ex fidanzato, Luca Di Stefano, cosa che scatenava la sua ira al punto da interrompere immediatamente la relazione extra coniugale con la donna in questione. Inoltre, programmava un’efferata azione punitiva nei confronti della donna e del suo presunto amante per vendicare l’affronto subito con metodi da “boss”.

Significativo il passaggio con cui il boss demanda al figlio il ‘lavoro’: la frase più eclatante è riferita alla brutalità dell’azione da compiere ai danni dell’uomo, che deve essere molto cruenta dicendo testualmente al figlio: “Luigi fernut!”, tipica espressione criminale dialettale con la quale si lascia intendere che l’azione deve essere portata a termine con inaudita ferocia.

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