Nell’ambito del finanziamento ministeriale per la progettualità “Terra dei Fuochi”, sotto l’egida della Prefettura di Napoli e dell’Incaricato Terra dei luochi, è stata sequestrata ennesima azienda per la fabbricazione di divano completamente abusiva grazic all’intuizione del personale della Polizia Municipale di Giugliano in Campania. In di particolare in una circostanza due equipaggi, dopo diversi giorni di osservazione, in zona Lago Patria, notavano un via vai di autocarri introdursi in una strada privata, apparentemente agglomerato per civili abitazioni. Pertanto gli equipaggi si inoltravano fino ad arrivare all’altezza un edificio destinato a civile abitazione, il cui piano terra, di mq. 550 circa, era adibito a fabbrica di divani, adeguatamente divisa in zona falegnameria, zona cucito e zona uffici.
Inoltre erano presente tre divani pronti per la vendita. All’atto del controllo erano presenti due operai del napoletano rispettivamente di anni 59 e di anni 71, segnalati agli uffici competente per lavoro in nero. All’interno erano presenti diversi macchinari ovvero sette macchine da cucire, cinque banchi da lavoro, cinque trapani, due flex, sagomatrici, una mola, seghe circolari, una pialla a corrente, due levigatrici a nastro, un trapano a colonna e vari utensili. Inoltre si rinvenivano diversi rifiuti speciali e non, come barattoli di colla, scarti di pellame, scarti di gomma, scarti di legno e imballaggi vari. A richiesta degli agenti gli interessati non erano in grado di esibire formulari, autorizzazione a scarichi in fogna ed in atmosfera. Esibivano esclusivamente iscrizione alla Camera di Commercio come impresa artigiana, attiva da oltre un decennio. I locali venivano sottoposti a sequestro preventivo e, padre e figlia rispettivamente di anni 69 e di anni 52, titolare dell’attività, venivano deferiti all’Autorità Giudiziaria per illecito smaltimento di rifiuti pericolosi e non, scarico di acque reflue nel suolo privo di autorizzazione, attività priva di scia antincendio. Elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo pari a quasi 3.000 euro. E’ evidente che tutti i rifiuti pericolosi prodotti erano destinati ad essere abbandonati e magari bruciati.