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giovedì, Marzo 28, 2024
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Falsi carabinieri rubano 40 mila euro: i ladri sono di Afragola, Casoria e Acerra

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All’alba di stamani la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari restrittive emessa dal GIP del Tribunale di Firenze per i delitti di rapina aggravata, sostituzione di persona e possesso di segni distintivi contraffatti, tutti in concorso, a carico di un uomo di origine fiorentina e di quattro complici di origine napoletana, tutti di età compresa tra i 22 ed i 43 anni.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Firenze in collaborazione con il Commissariato di P.S. di Sesto Fiorentino (FI) e coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, è scaturita dalla denuncia di un imprenditore che aveva subito una falsa perquisizione da parte di tre uomini vestiti con abiti civili che si erano qualificati come appartenenti all’Arma dei Carabinieri.

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La sera del 25 settembre 2018, l’uomo era rientrato presso la propria abitazione a Sesto Fiorentino insieme alla compagna e, sulla porta di casa, era stato fermato da tre uomini che erano in possesso una paletta simile a quella in dotazione alle Forze di Polizia, un tesserino recante la scritta Carabinieri ed un falso atto di perquisizione domiciliare recante l’intestazione della Procura della Repubblica di Prato.

Dopo aver fatto accesso all’interno dell’abitazione, i tre falsi Carabinieri avevano iniziato a rovistare nella casa e, al termine, si erano impossessati di una somma di denaro pari a 40.000 Euro in contanti, un anello in oro e brillanti ed altri numerosi monili in oro, un lingotto d’argento, due cellulari ed altri documenti. Accortisi prima di abbandonare la casa di un sistema di videosorveglianza privata, avevano tentato di coprire le proprie tracce estirpando una telecamera.

La registrazione del video e lo spiccato accento napoletano non gli hanno tuttavia lasciato scampo. Sono stati questi gli iniziali spunti che hanno permesso di seguire una pista info-investigativa avvalorata da una meticolosa analisi dei dati delle utenze cellulari degli indagati incrociati con quelli dei loro spostamenti.

La banda aveva infatti noleggiato due auto dotate di sistemi GPS integrati che hanno tracciato i loro spostamenti, dimostrando come le autovetture fossero state utilizzate per la rapina e si fossero, dapprima, incontrate presso l’area di servizio “Bisenzio Est” e, poi, appostate vicino all’abitazione della vittima in attesa del suo rientro.

A colui che avrebbe ricoperto il ruolo di “capo”, originario di Acerra (NA), il GIP del Tribunale di Firenze ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere, mentre ai restanti quattro sono stati applicati gli arresti domiciliari ad Afragola (NA), Casoria (NA) e Sesto Fiorentino (FI). Tra questi si trova anche l’indagato originario di Firenze, il quale avrebbe fatto da basista fornendo le indicazioni utili per poter scovare il bottino nell’abitazione.

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