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Filippo Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin con 75 coltellate, il dettaglio dell’app spia sul cellulare

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Settantacinque coltellate, di cui una ventina derivanti dalla difesa (con le mani) della vittima, colpita più volte anche al volto.

È un condensato di orrore l’atto d’accusa che i pm di Venezia hanno notificato a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Al giovane viene contestata una crudeltà “chiaramente eccedente l’intento omicida”. Il controllo che esercitava sulla ragazza – riferiscono i quotidiani, citando l’atto di conclusione indagini – era continuo. Turetta aveva installato una app-spia sul cellulare di Giulia, e aveva pianificato il delitto e la fuga “almeno dal 7 novembre”, 4 giorni prima dell’omicidio.

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Turetta si era appuntato in un file sul computer – cancellato ma poi recuperato dagli esperti informatici – “come legare Giulia, con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e anche come tapparle la bocca”. E’ quanto emerge dalle carte dell’avviso conclusioni indagini della Procura citate dal Corriere della Sera. L’ex fidanzato di Giulia, aveva costruito “nel dettaglio” il suo “spietato piano criminoso”, pianificandolo “almeno dal 7 novembre”, quattro giorni prima del fatto. Nelle ricerche su internet fatte da Turetta, scrive il quotidiano, c’erano voci come “nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri”.

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LA VICENDA

Filippo Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin “con premeditazione, ferocia e crudeltà”, e ora rischia l’ergastolo. È la sintesi dell’avviso di conclusione indagini comunicato dai pm ai difensori di Filippo Turetta, ex fidanzato e reo confesso dell’omicidio, e alle parti offese. Un quadro che spalanca la prospettiva del processo in Assise per il 22enne padovano, in carcere a Verona dal 25 novembre scorso. Dopo mesi di informazioni con il contagocce, il procuratore di Venezia Bruno Cherchi ha chiamato i giornalisti per fare il punto sul procedimento penale a carico del giovane.La svolta è arrivata: la contestazione dell’aggravante della premeditazione, sulla base di “dati oggettivi” ha detto il magistrato. Una imputazione che toglie dal campo per l’indagato la possibilità di accedere al rito abbreviato e al patteggiamento. La richiesta del processo è dietro l’angolo, eppure formalmente non è ancora una richiesta di rinvio a giudizio; perchè se la difesa di Turretta lo vorrà, si potrà arrivare ad un passaggio dal Gup per le contro deduzioni, e un eventuale interrogatorio dell’indagato. Il tutto entro 20 giorni da oggi, ovvero dalla chiusura indagini. Dalle parole di Cherchi la strada, tuttavia, appare tracciata: il processo in Corte d’Assise si terrà probabilmente dopo l’estate, in tempi brevi, come previsto per gli indagati in stato di detenzione.

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