Tra i pazienti dei due medici no-vax arrestati ieri a Napoli, c’erano anche imprenditori con la Maserati, una casalinga, un minorenne, docenti e addirittura dipendenti del ministero dell’Interno. Poi, ancora, una famiglia di infermieri. Questo è quello che succede all’hub di Capodimonte. I due infermieri, inoltre, erano impiegati nell’ospedale San Giovanni Bosco.
Ogni iniezione costava 150 euro. Due persone, un infermiere addetto alle vaccinazioni e un operatore socio sanitario, sono stati arrestati dal Nas di Napoli perché, secondo gli investigatori, fingevano di somministrare il vaccino in cambio di denaro. A condurre le indagini è stata la Procura di Napoli (pm Henry John Woodcock).
Si tratta di due dipendenti dell’Asl Napoli 1, Giuliano Di Girolamo, infermiere, (di Giugliano ma residente a Mugnano, difeso dall’avvocato Marco Sepe) e Rosario Cirillo, operatore socio sanitario (di Frattamaggiore), accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso in atto pubblico. L’operatore procurava i pazienti, una trentina quelli individuati finora, che pagavano 150 euro mentre l’infermiere somministrava il vaccino nell’ovatta.
Tra i no vax che hanno pagato per avere un finto certificato, spiccano i nomi di dipendenti del ministero dell’Interno. Ma anche di insegnanti e altri soggetti appartenenti a categorie a cui era stato imposto fin dal principio di munirsi dell’attestato. Ma non solo. Anche diversi genitori che pagavano 150 euro per evitare che i loro figli minori si sottoponessero al vaccino. A scoprire Di Girolamo un medico che operava nello stesso box dove c’era l’infermiere di Mugnano. Quest’ultimo assumeva atteggiamenti sospetti tanto da far salire il dubbio sulla mancata inoculazione delle dosi ai pazienti. Il medico ha inviato una nota all’Asl Napoli 1, il cui direttore, Ciro Verdoliva, ha denunciato tutto facendo partire l’inchiesta.