Lacrime e commozione al funerale di Santo Romano, il 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio. La cerimonia funebre nella chiesa di Santa Maria delle Cinque Piane a Casoria.
Un lungo applauso ha accolto la bara di Santo Romano, il 19enne ucciso nella notte tra venerdi’ e sabato a San Sebastiano al Vesuvio nella chiesa di Santa Maria Francesca delle cinque piaghe a Casoria.
Gremitissima la chiesa, molti sono all’ esterno ad accogliere Santo urlando piu’ volte il suo nome tra lacrime e dolore.
Poco prima dell’ ingresso in chiesa, amici con t shirt bianca a bordo di scooter hanno suonato con insistenza i clacson.
Uno degli amici ha mostrato la maglietta di portiere che Santo indossava nella squadra del Micri. La bara, su cui è poggiata la maglia da portiere indossata da Santo durante le partite, ha fatto il suo ingresso in chiesa portata a spalla dagli amici. “Santo, numero uno”, è stato l’urlo della folla.
L’OMELIA
«Ragazzi, giocate sempre dalla parte giusta del campo, come faceva Santo – ha detto Francesco Beneduce, vescovo ausiliare della Curia di Napoli nell’omelia – e amate sempre la vita».
Un angelo con la maglietta numero 1 del portiere. E’ disegnato così Santo Romano, il ragazzo ucciso a San Sebastiano al Vesuvio sabato notte, in una delle cinquanta lettere esposte oggi dai suoi amici di scuola nell’istituto ‘Archimede’ del quartiere Ponticelli di Napoli.
Le lettere, una per ogni classe dell’istituto superiore, erano state preparate per un flash-mob previsto per oggi davanti alla scuola, che però è stato rimandato per dare ai compagni di Santo la possibilità di raggiungere la chiesa di Casoria dove si celebreranno i funerali.
I testi, alcuni rivolti direttamente al ragazzo, sono stati esposti su una bacheca all’ingresso delle aule da compagni e compagne di Santo, vestiti tutti di nero in segno di lutto.
E ad una lettera si è affidata ieri anche la madre del diciassettenne assassino reo confesso per chiedere perdono alla famiglia della vittima. Perdono che però non traspare da uno striscione esposto sulla facciata della scuola con la scritta “Santo come Abele ucciso per mano di Caino”.
Piene di amore e di ricordi invece le lettere dei ragazzi dove spicca il disegno dell’angelo Santo con una maglietta gialla con il suo numero uno che, come sapeva fare bene nel campionato di Eccellenza, ha appena bloccato il pallone.
Omaggio a Santo nel ‘suo’ campo di calcio prima dei funerali
La bara bianca di Santo Romano, il 19enne ucciso nella notte tra venerdi’ e sabato a San Sebastiano al Vesuvio, ha fatto il suo ingresso sul campo di calcio del Micri a Volla (Napoli), la squadra del torneo di Eccellenza nella quale giocava come portiere.
Al grido di “Santo”, dopo un lungo applauso, i compagni della squadra hanno portato a spalla la bara adagiandola sul campo di fronte alla porta.
Sulla bara una foto di Santo e fasci di fiori bianchi. Tra lacrime e commozione, la squadra al completo, amici e parenti hanno ricordato le sue doti di portiere. Molti tra i presenti indossano una maglietta bianca con l’ immagine di Santo e in mano palloncini bianchi.
CONVALIDATO IL FERMO DEL 17ENNE
Il tribunale dei minorenni di Napoli ha convalidato il provvedimento di fermo nei confronti del ragazzo di 17 anni accusato di avere ucciso con un colpo di pistola al petto il 19enne Santo Romano, lo scorso 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, nel Napoletano, e di avere ferito un suo amico.
Agli inquirenti il giovane ha riferito di essere stato aggredito e di avere reagito per legittima difesa, circostanza che sarebbe stata confermata anche da alcuni testimoni.
Il gip del tribunale dei minorenni di Napoli Anita Polito ha disposto per il 17enne la custodia cautelare in un istituto di pena. Per il giudice, infatti, è sussistente il pericolo di fuga. Dopo gli spari, quella notte, il giovane insieme con un altro ragazzo, si è allontanato a bordo di una Smart di colore nero rintracciata poi dai carabinieri nel quartiere Barra, aperta con un mazzo di chiavi in possesso del padre del 17enne e sottoposta a controlli e a rilievi. Solo successivamente è stato rintracciato e bloccato dai militari dell’arma, dopo avere passato la notte nell’abitazione di un altro ragazzo del quartiere Barra di Napoli. Secondo quanto ha riferito l’avvocato del 17enne Luca Raviele, in una intervista in Tv, ci sarebbero delle immagini che ritrarrebbero la vittima che, insieme con altri ragazzi, aggrediscono il ragazzo accusato di omicidio. Secondo quanto ha riferito ancora l’avvocato, il giovane assassino avrebbe anche visto nel gruppo che lo stava aggredendo, un ragazzo armato di coltello.