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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Un abbraccio a tutti i cesani”, è bufera dopo il post del pentito Vassallo su Fb: il sindaco lo fa rimuovere

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Sta facendo rumore a Cesa  il messaggio che il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, ex imprenditore dei rifiuti, legato al clan dei Casalesi , ha scritto sul Facebook. “Un abbraccio a tutti i cesani”, questo il breve post, all’apparenza innocuo, poi rimosso in seguito alle proteste del sindaco di Cesa Enzo Guida, che ieri ha , chiesto agli amministratori del gruppo “Sei di Cesa” di rimuovere il testo di Vassallo. Il sindaco si chiede anche se “quelle poche parole contengano un qualche messaggio cifrato”. Qualche utente ha salutato il messaggio di Vassallo, qualcun altro lo ha criticato. Certo. Gaetano Vassallo, nel centro del casertano, costituisce ancora una ferita aperta, dopo il suo libro-confessione, intitolato “Così vi ho avvelenato”, nel quale i parla dell” attività svolta dagli anni 80′ in poi per conto della camorra casalese e dello sversamento dei rifiuti tossici nel Casertano e nel Napoletano.

Negli anni ’90, l’ attuale collaboratore di giustizia, ha gestito il servizio di raccolta rifiuti a Cesa e due suoi fratelli sono tuttora impiegati nell’azienda di servizi ambientali. Il sindaco Guida scrive: “questa vicenda può apparire banale, ma non lo è! E non perché la persona in questione è un pentito di camorra, non perché ha i suoi conti, con la giustizia. Perché credo che Gaetano Vassallo, noto per averci avvelenato’ scaricando di tutto nelle nostre terre, ha contributo a far aumentare i tumori nelle nostre zone, molto spesso a danno dei bambini. È veramente di cattivo gusto che oggi, saluti quella stessa comunità che ha contribuito ad avvelenare”, “Cesa ha voltato pagina, grazie alle tante persone oneste che la popolano, e non ha bisogno di essere associata a Gaetano Vassallo e non avverte la sua mancanza” , conclude il sindaco Guida.

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Seppellirono rifiuti tossici a Giugliano, confiscato il ‘tesoro’ dei fratelli Vassallo

Seppellirono rifiuti tossici a Giugliano, confiscato il ‘tesoro’ dei fratelli Vassallo. Nei giorni scorsi i finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per un valore di circa 10 milioni di euro emesso dal Tribunale di Napoli nei confronti dei fratelli Antonio, Nicola e Salvatore Vassallo di Cesa. Imprenditori condannati in primo grado dallo stesso Tribunale a 6 anni di reclusione, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per il reato di disastro doloso continuato, aggravato dal metodo mafioso.

Le indagini avevano consentito di accertare che i fratelli Vassallo, attraverso la società NOVAMBIENTE S.r.l. a loro riconducibile, riuscirono  a smaltire illegalmente un’ingente quantità di rifiuti. Tra cui anche tossici e pericolosi, conferendoli in numerose discariche abusive tra cui la nota “Cava Giuliani” di Giugliano. Provocando gravi danni ambientali alle aree circostanti, parte delle quali adibite a intense coltivazioni agricole. Indagini svolte a suo tempo sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli.

GLI AFFARI TRA I VASSALLO E I CASALESI

Il tutto era stato realizzato, secondo quanto riferito anche dal collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, sotto l’egida e il controllo della camorra. In particolare, del gruppo criminale capeggiato da Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanotte, capo dell’omonima fazione federata al clan dei Casalesi. Ottenne in cambio una parte dei profitti illegali maturati nel tempo, così assicurandosi una cospicua fonte di finanziamento illecito.

I paralleli accertamenti economico-finanziari disposti dai magistrati della DDA partenopea ed eseguiti dai finanzieri, grazie anche all’utilizzo dell’applicativo “MOLECOLA” realizzato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.). Ricostruito in capo agli indagati le rispettive dotazioni patrimoniali. Dimostrata la loro presumibile origine illecita in ragione dell’accertata condizione di sproporzione rispetto alle disponibilità ufficiali.

IL TESORO DEI VASSALLO

Il conseguente sequestro preventivo adottato nel 2008 dal Giudice delle indagini preliminari, recentemente confermato in toto dal Tribunale. Disposta la confisca di un ingente patrimonio composto da 44 immobili a uso commerciale e abitativo. Inoltre finiti sotto chiave 13 ettari di terreno, 7 orologi di prestigio, 900.000 euro in disponibilità finanziarie. Valore complessivo del ‘tesoro’ è di circa 10 milioni di euro.

 

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