giovedì, Luglio 31, 2025
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Garlasco, il messaggio criptico prima del suicidio: il collegamento tra l’amico di Sempio e Chiara

Nel fiume di notizie che in questi giorni travolge l’opinione pubblica sul delitto di Garlasco, emerge un dettaglio rimasto finora in ombra. A riportarlo è la giornalista Rita Cavallaro in un articolo pubblicato su Il Tempo, dopo la messa in onda di un servizio di Chi l’ha Visto? andato in onda il 4 giugno.

Si tratta di un post pubblicato il 19 gennaio 2016 da Michele Bertani, giovane amico di Andrea Sempio, oggi ufficialmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Bertani si tolse la vita proprio nel 2016, pochi mesi dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, all’ergastolo.

La frase pubblicata da Bertani sul suo profilo Facebook recitava testualmente:
“La VeriTa Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”

Una citazione del brano La Verità, tratto dall’album Vile Denaro dei Club Dogo (2007). Ma è l’uso alternato di maiuscole e minuscole che ha attirato l’attenzione. Secondo Cavallaro, isolando le lettere maiuscole dalla prima parte della frase, si otterrebbe una sequenza apparentemente priva di senso:
“A eria’ ta elle oe he euno sa”.

Tuttavia, la giornalista afferma di aver ricevuto da due rabbini – che non si conoscevano tra loro – una medesima e inquietante interpretazione: la frase, tradotta dalla lingua ebraica, significherebbe “C’era una ragazza lì che sapeva”.

Un messaggio in codice? Una confessione? Un’allusione a verità nascoste?

Il mistero si infittisce se si considera un altro particolare. Michele Bertani era registrato su Facebook con il nome Mem He Shin — un riferimento diretto al Quinto Nome di Dio secondo la Cabala ebraica, spesso associato a concetti di verità nascosta e rivelazione mistica.

La coincidenza temporale tra il post (gennaio 2016), la condanna definitiva di Stasi (dicembre 2015) e il suicidio di Bertani nello stesso anno, ha riaperto l’interesse su una pista investigativa finora poco battuta: quella legata al contesto sociale e relazionale di Andrea Sempio.

La veridicità della traduzione, così come il reale intento comunicativo di quel post, restano ancora da accertare. Ma una cosa è certa: il caso Garlasco continua a generare domande, e forse, a distanza di anni, qualcuno sta iniziando a fornire risposte. Anche se scritte tra le righe.