Quasi un secolo di carcere. Questa la decisione del GIP De Bellis per i ras del clan Calone-Marsicano e quelli del gruppo Cuffaro finiti in manette nel maxi blitz dello scorso aprile. Tra le pene maggiori si segnalano i 12 anni e quattro mesi per il reggente Emanuele Marsicano, attualmente al carcere duro, i 12 mesi per Beniamino Ambra. Queste le altre condanne: Antonio Campagna 16 anni, Emanuele Bruno 10 anni, Luca Improta 10 anni e otto mesi, Emanuele Marotta 10 anni e otto mesi, Vincenzo Cuciniello 10 anni, Gennaro Gaetano 5 anni.
Le indagini sono partite dall’omicidio di Antonio Gaetano, detto Biscotto esponente del clan Marsicano-Esposito. Il 19enne è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in un agguato nel marzo 2023 sul lungomare di Napoli.
Dunque per gli inquirenti, l’agguato si inquadrava nell’ambito dello scontro tra il cartello Marsicano-Esposito e l’emergente famiglia Carillo per il controllo del traffico di droga e delle estorsioni a Pianura. Dall’inchiesta è emerso che il presunto responsabile del delitto militasse proprio tra le fila del gruppo criminale che si contrapponeva al clan Marsicano-Esposito.
Il sequestro dell’arma che uccise Antonio Gaetano
Nel corso delle attività è stata rinvenuta e sequestrata la pistola utilizzata per l’omicidio di Gaetano oltre a varie altre armi da fuoco, corte e lunghe, con relativo munizionamento. Scovate anche dosi di marijuana, hashish e cocaina e a denaro contante ritenuto provato dell’attività di spaccio.
Il gruppo Carillo gestiva all’epoca una fiorente attività di traffico e vendita attraverso numerose piazze di spaccio a Pianura. Al riguardo, le attività di spaccio furono anche video-documentate da un noto programma televisivo attraverso filmati – acquisiti dagli inquirenti agli atti del procedimento. Le telecamere riprendevano le fasi della cessione della droga e ritraevano chiaramente alcuni degli indagati mentre confezionavano e vendevano.


