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martedì, Aprile 16, 2024
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Guerra interna agli Scissionisti:«Giò uccisa come ‘esempio’ ai nemici»

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Potrebbe giungere ben presto ad una svolta l’omicidio di Giò Arrivoli, la donna il cui cadavere fu trovato mezzo sepolto in un terreno di campagna a Melito. A dare una mano agli inquirenti Mauro Marino da qualche mese neo collaboratore di giustizia che, con le due dichiarazioni, secondo fonti investigative, potrebbe inquadrare quello che ad oggi è a tutti gli effetti un ‘cold case’. Il nome di Marino emerse l’anno scorso quando venne fermato con l’accusa di occultamento di cadavere aggravato dalle finalità mafiose. Sarebbe stato lui, secondo la Procura antimafia,a seppellire il corpo di Giovanna Arrivoli. Il caso sembrava ormai a una svolta. Poi, in sede di convalida, arrivò la tegola sull’accusa: il gip ritenne insussistenti gli indizi di colpevolezza.

In questi mesi però qualcosa si è mosso, le dichiarazioni di Marino potrebbero adesso delineare il contesto entro cui maturò quel delitto da inserire nella guerra alle successione nella galassia scissionista. Marino, che ha fatto parte della fazione facente capo a Pietro Caiazza (che si opponeva sia ai Mauriello che ai Cancello) divenuto, all’epoca dell’omicidio, reggente della cosca. In quel periodo iniziò un’epurazione interna al clan e la Arrivoli, potrebbe essere stata usata per mandare un ‘messaggio di morte’ ai rivali.

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