Nemmeno alla terza messa è ripetuto il il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Il prodigio era atteso nella giornata di oggi, 16 dicembre, ultima delle tre date nelle quali tradizionalmente si ripete. Sia stamattina che nel pomeriggio non si era ripetuto, lasciando i credenti nello sconforto. Alle 18.30 è iniziata un’altra messa alla presenza dell’Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, durante la quale i fedeli speravano che fosse dato loro e alla città tutta l’annuncio dell’avvenuto miracolo. Ma purtroppo al momento il sangue è ancora solido.
Le parole dell’Arcivescovo
«Compiamo un atto di vera e profonda devozione al nostro Santo Gennaro perché siamo uniti nel suo nome, è lui che ci aiuta a vivere e a testimoniare la Fede e anche se il sangue non si scioglie non significa chissà che cosa. San Gennaro certamente dal cielo benedirà ciascuno di noi, le nostre famiglie e la nostra città». Sono le parole pronunciate dall’Arcivescovo di Napoli, giunto nella Cattedrale. Ed ha aggiunto: «È tutto scritto nel cuore di Dio, nel cuore di Gennaro: l’importante è che noi ci sentiamo veramente uniti, partecipi di questo evento così particolare che è la nostra devozione al nostro Santo Protettore».
«Rivolgiamo la nostra preghiera a Dio perché dia forza e coraggio al nostro popolo per affrontare i momenti di questa pandemia che sta costringendo tutti a ripensare la propria vita e che sta causando molti problemi soprattutto ai più deboli e ai più fragili, e ai morti in solitudine che sono il dramma più grande», ha detto monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della Cappella del Tesoro.
Dei tre miracoli, la data del 16 dicembre è la ricorrenza meno conosciuta, rispetto a quella della processione del sabato che precede la prima domenica di maggio e quella canonica del 19 settembre. Si tramanda che il in quella data, nel 1631, una tremenda eruzione del Vesuvio stava seriamente minacciando di distruggere Napoli. La lava era ormai alle porte della città e stava per demolire i primi edifici, ma i napoletani si appellarono a San Gennaro, che da sempre protegge Napoli dalla potenza distruttrice del vulcano, portando in processione le ampolle del sangue con il busto del Santo Protettore al ponte dei Granili, il ponte della Maddalena. Il sangue si sciolse e il magma si arrestò improvvisamente risparmiando la città.