Si è presentato in lacrime all’interrogatorio di garanzia nel carcere di Taranto il 49 enne che domenica ha accoltellato il figlio 14enne e scaraventato giù dal terzo piano la figlia di sei anni, ora in gravissime condizioni. Assistito da un legale di fiducia dopo la rinuncia dell’avvocato Cervellera che lo aveva già difeso in passato, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha implorato il gip Incalza e il pm Di Tursi, che hanno tenuto l’udienza, di fargli vedere i due figli contro i quali si era scagliato domenica scorsa tentando di ucciderli.
Il fratello 14enne della piccola, colpito con un coltello da cucina con una lama lunga 15 centimetri, guarirà in due settimane. Stando ad alcune testimonianze, il loro papà non riusciva ad accettare la separazione e la perdita della patria potestà genitoriale. Al momento dell’aggressione in casa c’erano la madre dell’uomo, suo fratello e un nipote.
La versione di questi ultimi è al vaglio degli inquirenti che hanno ascoltato anche la mamma dei due minorenni, altri parenti e i vicini di casa. Il 49enne è piombato nell’abitazione di sua madre e, dopo aver litigato al telefono con l’ex moglie, ha cominciato a dare in escandescenze: ha accoltellato il primogenito e dopo qualche minuto ha preso in braccio la bambina di sei anni che era sul divano e l’ha scaraventata dal balcone nonostante i tentativi degli altri familiari di bloccarlo.


