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venerdì, Marzo 29, 2024
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“Le botte in testa o in petto”, le intercettazioni dopo l’agguato fallito nell’autolavaggio

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Sono state la intercettazioni eseguite nell’Opel Corsa in uso a Rosario Garzia a incastrare i soggetti che hanno partecipato all’agguato a Giuseppe Fonzo, il 55enne colpito  nel pomeriggio del 5 dicembre, in via delle Cave tra Casoria e San Pietro a Patierno mentre si trovava nei pressi di un autolavaggio. Nei giorni scorsi è stata spiccata un’ordinanza in carcere per Emanuele Angelo Maugeri e Francesco Carpentieri (difesi dagli avvocati Lumeno Dell’Orfano e Dario Carmine Procentese), Cristian Scognamiglio Rosario Garzia di Arzano.

Le intercettazioni

Dal monitoraggio delle conversazioni emergeva che nella tarda mattinata del 4 dicembre 2018, all’interno della citata autovettura, alcuni dei soggetti indagati si apprestavano a porre in essere l’agguato. Grazie alle intercettazioni è stato ricostruito ciò che è accaduto fino a un’ora prima dell’agguato e dopo. Infatti le cimici erano nell’Opel Corsa di Garzia, all’interno della quale c’erano i componenti del gruppo di fuoco. I sicari per compiere l’agguato hanno poi preso un’auto rubata, una Fiat Panda, poi data alle fiamme.

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Il primo incontro c’è stato ad Arzano Scognamiglio disse a Garzia e Carpentieri di recarsi immediatamente da Maugeri Emanuele poiché doveva dirgli una cosa. “Dobbiamo fare un servizio…affondare a coso”, facendo intendere di preparare un agguato. Si tratta di una risposta ad una precedente sparatoria, ovvero un certo Giovanni sparò a Pierino. “Mo è buono sto fatto che dobbiamo sparare a quello..c’è stata botta e risposta eh”. Durante il tragitto verso l’autolavaggio, i soggetti parlano della pistola e dei guanti. “A questi li togliamo da mezzo…”. 

Cosa è avvenuto dopo l’agguato

Garzia Rosario racconta al fratello l’azione sbagliata di uno dei componenti durante la perpetrazione del tentato omicidio, in quanto la vittima (Forzo) era stata colta solo di striscio nonostante fossero stati esplosi 5 colpi mentre, a suo dire, durante un omicidio si spara o alla testa o alle gambe o al petto. “A quello gli ha dato una botta di striscio..pensa chi ha sparato..deve essere proprio un mongoloide perché se ti porti 5 botte o lo prendi in testa o tutte nelle gambe e in petto”

In anta Garze: Rosario e il fratelloh’ Vincevo nato sparata alle ore 063131& GRsoes non si sa che combinò, tono il bordello A QUELLO GL I HA DATO UNA BOTTA DI STRISCIO, 3 BOTTA LO HA COLPITO LA PRIMA BOTTA DI STRISCIO, PENSA CHI HA SPARITO, devi essere proprio nn mongoloide, peri& se ti porti 5 boe( nsie fratello° 4 prendi in tesso totte spante nelle gambe o nel petto. CIA io ancora non ho capii° perebi CR: è =osa° lui Enzo al f rasele, biro,. Issi s per quale morivo GR: per la ragazza in, 01,110 CI, ah Antonella,..la pescosa

La ricostruzione dell’agguato

Secondo la ricostruzione Garzia e Scognamiglio, insieme ad un terzo soggetto non identificato, si recarono presso l’autolavaggio per effettuare un sopralluogo prima del tentato omicidio. Qualche giorno più tardi Garzia, Scognamiglio e Maugeri, insieme ad un altro soggetto di nome Giovanni, non identificato, a bordo di due auto (una Fiat Panda rubata ed una Lancia Y) andarono a compiere l’agguato. Due rimasero in auto altri due scesero. Avevano il volto travisato e indossavano guanti in lattice. Esplosero 5 colpi ferendolo alla gamba e al volto, poi incendiarono la vettura utilizzata. Dopo l’agguato si misero d’accordo per buttare giubbino e guanti.

La decisione

Il gip del tribunale di Napoli Nord non ha convalidato la misura per difetto del presupposto del pericolo di fuga ma, letti gli atti relativi all’indagine, ha applicato la misura del carcere per gravità indiziaria e pericolo di reiterazione del reato. Carpentieri e Maugeri si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.

 

 

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