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giovedì, Marzo 28, 2024
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Le bruciature sulla pizza napoletana non sono cancerogene, smentita la tesi di Report

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Era accezione comune ritenere le parti bruciacchiate della pizza potenzialmente nocive. Nel corso degli ultimi anni, inoltre, dopo un servizio andato in onda su Report, si era diffuso l’allarmismo secondo cui il bordo bruciacchiato della pizza sarebbe stato addirittura “cancerogeno”. Ma è davvero così? A quanto sembra, fortunatamente, no. La rassicurazione emerge dal Pizza napoletana tra tradizione e innovazione, in corso all’Accademia dei Georgofili di Firenze. “La pizza napoletana è sicura, non porta problemi nella parte che definiamo più ‘bruciacchiata’” ha affermato Mauro Moresi dell’Accademia dei Georgofili.

Il servizio di Report del 2014

Sul sito di Report, in un articolo risalente al 2014 e inerente al servizio, si legge: “La pizza fatta con ingredienti giusti fa bene. Invece da Napoli a Roma, Milano, Venezia, Firenze, spesso non è digeribile e talvolta, può contenere elementi cancerogeni. I pizzaioli hanno l’abitudine di non pulire il forno, tra fumi e farina carbonizzata la pizza può rappresentare un rischio per la salute. Abbiamo fatto analizzare le pizze in un laboratorio specializzato sugli idrocarburi negli alimenti e i risultati verranno diffusi nel corso della trasmissione. Nell’inchiesta di Bernardo Iovene si affrontano anche il mercato delle pizze surgelate, le scatole per la pizza da asporto, ed emerge che il cartone più usato è illegale. Si analizzano le farine usate, l’impasto, e gli ingredienti, nelle varie città italiane.

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Il prodotto italiano più diffuso nel mondo, valutato dagli assaggiatori professionisti, è a volte di bassa qualità. Impariamo a riconoscere quello buono, visto che la differenza fra una pizza fatta con ingredienti genuini, cotta in un forno curato, rispetto a quella condita con olio di colza, lievitata 1 ora, con farina piena di glutine e mozzarelle estere di scarsa qualità, potrebbe essere di 40 centesimi”.

Il nuovo servizio nel 2022

Nel novembre dello scorso anno, Report ha mandato in onda un nuovo servizio. Questo quanto scritto sul loro sito: “Nel 2014 una nostra puntata sulla pizza evidenziò come il prodotto simbolo nazionale fosse trascurato negli impasti e negli ingredienti. Da Venezia dove vengono servite scongelate, a Milano dove vegono preparate con impasti veloci, passando per Roma e fino a Napoli dove spesso sono i pizzaioli poco preparati, le pizze spesso bruciate, i forni a legna non puliti, l’olio non era extravergine, le farine troppo raffinate. Il coro unanime dei consumatori era che per la maggior parte mangiavano una pizza poco digeribile.

Siamo tornati nelle pizzerie di Napoli e abbiamo trovato una situazione capovolta rispetto a quella di otto anni fa. Miglioramenti nella scelta delle farine, degli ingredienti e l’introduzione di forni a gas ed elettrici approvati dall’associazione Verace Pizza. Una rivoluzione, iniziata proprio dopo la nostra inchiesta che provocò polemiche e attacchi, ma che oggi è diventata un punto di riferimento. Mentre montava la polemica sul prezzo della pizza innescata dall’apertura delle pizzerie dell’imprenditore Flavio Briatore, Report ha scoperto che le pizzerie storiche del centro di Napoli hanno aperto succursali in tutto il mondo dove i prezzi sono anche dieci volte più cari. Ma la sorpresa è la nascita della Pizza Contemporanea Napoletana che rompe con la tradizione con impasti molto idratati, ingredienti di qualità e addirittura con una forma diversa. Infine, abbiamo affiancato gli ispettori della guida “50 top pizza world” che girano e valutano le pizzerie in incognito e quest’anno tra le new entry c’erano proprio quelle di Briatore”.

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