mercoledì, Luglio 30, 2025
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Leucemia linfatica cronica, con 2 farmaci aumentano le possibilità di sopravvivenza

Un passo avanti nel trattamento della leucemia linfatica cronica. Grazie alla combinazione di due farmaci è possibile aumentare la possibilità di sopravvivenza, anche in pazienti con mutazioni ad alto rischio.

Leucemia linfatica cronica: la leucemia più comune nell’adulto

La leucemia linfatica cronica è un tumore ematologico, caratterizzato dall’accumulo anomalo nel sangue di linfociti B. E’ una malattia che progredisce lentamente con il tempo ed è la forma di leucemia più comune negli adulti. Ogni anno in Italia si stimano 3000 nuovi casi. Molti pazienti non presentano sintomi e arrivano al momento della diagnosi in seguito a controlli eseguiti per altri motivi. Oggi la prima linea di trattamento prevede farmaci biologici mirati.

Un passo avanti: la combinazione di due farmaci aumenta la sopravvivenza 

La combinazione di due farmaci (zanubrutinib e venetoclax) aumenta la sopravvivenza della leucemia linfatica cronica. Lo ha annunciato la casa farmaceutica BeOne Medicines presentando i nuovi dati dello studio Sequoia che attualmente è in fase 3, al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology che si tiene a Chicago. I risultati di questo studio indicano che il trattamento con questi due farmaci porterebbe a un aumento della sopravvivenza. La sopravvivenza di questo tumore è variabile. In alcuni pazienti può esserci un peggioramento ed essere più breve, soprattutto in pazienti con mutazioni gravi. L’impiego di questi due farmaci potrebbe migliorare la gestione della malattia e determinare la sopravvivenza anche in pazienti difficili. Grazie a questa combinazione, sale la possibilità di sopravvivenza libera da peggioramento della malattia, in tutti i pazienti con leucemia linfatica cronica. Il braccio D dello studio ha coinvolto 114 pazienti con leucemia linfatica cronica, sottoponendoli al trattamento. E’ stato visto come dopo 31,2 mesi la combinazione dei farmaci ha prodotto un tasso di sopravvivenza, senza un peggioramento della malattia fino a 24 mesi dopo, del 92%. Il tasso di sopravvivenza globale a 24 mesi è risultato invece del 96%. Un risultato incoraggiante che rappresenta un passo avanti negli studi sul trattamento della leucemia.