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giovedì, Aprile 25, 2024
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Lo Russo ancora sotto attacco, ‘capitoni’ nel mirino dei ras inguaiati dai pentiti

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Il raid incendiario avvenuto a Capodanno contro un’automobile di una persona imparentata a Carlo Lo Russo alla seconda traversa di via Janfolla ribadisce ciò che sta accadendo da mesi a Miano e dintorni. I ‘capitoni’, gli ex signori incontrastati del quartiere, sono diventati di fatto ‘persone non grate’ a causa dei numerosi pentimenti che in questi anni hanno interessato il gruppo (gli ultimi, quelli di Carlo Lo Russo, Mariano Torre e di Luca Covelli). Tutto questo ha innescato le reazioni di parenti e di persone imparentate a ras e gregari di fatto ‘inguaiati’ dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che li hanno tirati in ballo in diverse vicende accadute negli anni scorsi molte delle quali senza soluzione fino alle loro dichiarazioni. A Capodanno nel mirino sono finite le auto ma nei mesi passati il malcontento nei confronti dei vecchi padrini si è manifestato attraverso striscioni o scritte sui muri (Ztl Lo Russo) quasi a rimarcare il disprezzo e l’apartheid a cui sono destinati tutti coloro in qualche modo ancora legati alla ‘vecchia guardia’.

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Le ‘attenzioni’ delle forze dell’ordine sono da mesi tutte concentrate sulla zona che nel rione tutti chiamano ‘Abbasc Miano’. E’ lì, nella parte bassa di via Valente che avrebbe la sua roccaforte il gruppo che da mesi ha lanciato il guanto di sfida ai Lo Russo o meglio a coloro che vengono identificati con la ‘vecchia guardia’. Non è un caso che l’ultimo ferimento di mesi fa ha interessato Luigi Torino, figlio di quel Salvatore ‘o gassusar che iniziò la sua ‘carriera’ criminale con Ettore Sabbatino e Giuseppe Lo Russo, l’unico dei fratelli a non essersi pentito, l’unico che non ha condiviso la scelta dei suoi fratelli Salvatore, Mario e ultimo Carlo. Proprio su Giuseppe negli ultimi tempi si erano concentrate le attenzioni degli investigatori visto che, stando alle ultime informative, sotto la sua figura carismatica si erano riuniti alcuni ‘irriducibili’ dei tempi che furono.

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Dopo di allora una sorta di tregua fino a quando in vico Cotugno una molotov è stata lanciata contro l’abitazione di Luigi Cifrone, ras parte di quel gruppo di ‘Abbasc Miano’ che in questi mesi ha reclamato a suon di stese e intimidazioni armate la propria autonomia. Gruppo formato da giovani ras che si sono sentiti ‘traditi’ dai loro ex capi, giovani  ambiziosi come i Perfetto, i Cifrone, i D’Errico, i Balzano, gli Scarpellini: sono loro, secondo le forze dell’ordine, ad aver lanciato una campagna di ‘apartheid’ contro gli ex capi con striscioni, scritte sui muri (‘Ztl Lo Russo’) e continue minacce a chi in un modo o in un altro è legato al vecchio clan. L’attentato incendiario di ieri pomeriggio però ha ben altra valenza: gli investigatori avrebbero avuto conferma di una ‘scissione nella scissione’ in atto nella malavita di Miano, gli alleati di un tempo si sarebbero sfaldati e dunque adesso ci sarebbero ben due formazioni pronte a farsi guerra, i Cifrone appunto (alleati con i Perfetto) da un lato, i D’Errico-Balzano-Scarpellini dall’altra. Una mini galassia di gruppi nata appunto dagli scombussolamenti che hanno interessato il clan Lo Russo: anni caratterizzati da diversi omicidi, agguati e vendette trasversali che ancora non hanno sancito un gruppo egemone.

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