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sabato, Aprile 20, 2024
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Gomorra 5, Marco D’Amore annuncia il cambiamento di Ciro Di Marzio: “Impressionante”

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Sono terminate a fine maggio le riprese della quinta e ultima stagione di Gomorra (5). La fortunata serie vede in Marco D’Amore una delle sue figure chiave. Prima attore, poi regista, abbandonerà i panni di Ciro Di Marzioripreso nel film spin-off L’Immortale – definitivamente dopo la ‘pausa’ della quarta stagione.

Intervistato da La Repubblica, l’attore ha parlato dei suoi progetti recenti, soffermandosi anche sull’ultima stagione di Gomorra che coinciderà con il suo addio a Ciro. Il personaggio subirà un profondo cambiamento, risultando completamente diverso a quello ammirato durante la prima stagione: “Se metti vicine due immagini della prima e dell’ultima stagione il suo cambiamento è impressionante”.

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Gomorra 5, così Marco D’Amore dice addio a Ciro

Come ha fatto a chiudere i conti con Ciro Di Marzio, un anti-eroe da detestare eppure così amato dai fan? Gli ho tolto la bellezza. È stata la cosa migliore che potessi ottenere. Se metti vicine due immagini della prima e dell’ultima stagione il cambiamento è impressionante”, ha spiegato l’attore.

Nell’ultima stagione, quindi, vedremo un personaggio profondamente trasformato e piegato dagli eventi. In particolare, ha spiegato D’Amore a Repubblica:

Dicevamo, con Salvatore Esposito, che i nostri personaggi sono i grandi timonieri della serie, che abbiamo fatto trasformazioni eclatanti che poco spesso ci si consente in un racconto seriale, in cui si tende sempre di più a costruire un rapporto di fedeltà tra pubblico e personaggio, che resta lo stesso. Noi abbiamo piegato i nostri personaggi alle vicende e quindi nell’ultimo capitolo Ciro non poteva non apparire privato di tutto ciò che lo aveva connotato all’inizio. Cioè quel un fascino guascone e piratesco che lo ha reso attraente anche da un punto di vista erotico – lo dico dall’alto della considerazione di questo termine. Abbiamo raccontato come certe vite gravano non solo sull’anima ma sul corpo, sulla biologia. Non ho avuto paura di trattarmi male in questo senso. Lo dico perché sento uno svilimento del nostro mestiere, sempre più legato a certi ideali di bellezza, con la paura di sfiorirsi per raccontare anime.

L’amicizia con Salvatore Esposito e l’eredità di Gomorra

Siamo stati la sponda l’uno dell’altro in attimi in cui davvero sarebbe stato anche giustificato perdere la testa: osannati, imitati, parodiati, citati, incensati da gente che abbiamo sempre osservato da lontano. Ci siamo difesi a vicenda, soprattutto abbiamo dimostrato rispetto per il progetto anche nelle discussioni interne, nelle crisi. Abbiamo costruito, in otto anni, un’amicizia che va ben al di là di Gomorra. Sogniamo di lavorare insieme su altri progetti, anche in vesti diverse, sperando di non perderci.

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