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sabato, Luglio 5, 2025
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Mario morto dopo l’incidente nel Casertano, dopo sette anni arriva la condanna per l’amico

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Due anni di reclusione, risarcimento del danno, pagamento di 30mila di provvisionale a ciascuna parte civile costituita.

E’ quanto disposto dalla quarta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Francesco Maria Ciampi, sul ricorso presentato da Gennaro Bianchini, 41enne di Teano, avverso la sentenza della Corte di Appello di Napoli che lo ha riconosciuto responsabile di omicidio stradale.

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Mario morto nel 2017 dopo il tragico incidente nel Casertano, a sette anni dai fatti arriva la condanna per l’amico

Il fatto oggetto dell’attenzione della Suprema Corte è il sinistro stradale avvenuto alle 23 del 16 novembre 2016 quando Gennaro Bianchini alla guida della sua Lancia Y con a bordo come passeggero Mario Colucci, mentre percorreva ad alta velocità via Santa Maria Capua Vetere direzione Caserta verso Capua giunto al quadrivio Caputo perdeva il controllo dell’auto impattando prima contro il marciapiede della rotatoria per poi schiantarsi contro il palo della pubblica illuminazione, piegandolo.

La polizia giudiziaria giunta sul luogo del sinistro notava il 41enne in forte stato di alterazione e con un pesante alito vinoso che però si rifiutava di sottoporsi all’alcoltest. Il passeggero Colucci veniva trasportato d’urgenza presso l’ospedale civile di Caserta in condizioni critiche e dopo continui trasferimenti in varie strutture ospedaliere della Regione, spirava il 22 agosto 2017 a Villa Fiorita a Capua. Il consulente tecnico della Procura accertava che la morte era stata determinata da complicanze del politrauma seguito al sinistro stradale nonchè da complicanze dirette delle lesioni stesse sicchè trovava rapporto diretto di casualità il sinistro verificatosi.

Per l’uomo 2 anni di reclusione, risarcimento del danno e pagamento di 30mila di provvisionale a ciascuna parte civile costituita

Alla luce di tali accertamenti il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere all’esito di rito abbreviato condannava Bianchini a 3 anni e 4 mesi di reclusione riconoscendo come aggravante la guida sotto effetto di ebbrezza alcolica, comminandola la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, il pagamento della provvisionale di 30mila euro per le costituite parti civili e il risarcimento del danno.

La Corte di Appello di Napoli in parziale riforma del verdetto di primo grado ha rideterminato la pena in 2 anni di reclusione, escludendo l’aggravante della guida sotto l’effetto dell’ebbrezza alcolica e l’interdizione dai pubblici uffici.

Avverso la pronuncia di secondo grado ha proposto ricorso l’imputato per mezzo del suo legale, per difetto di motivazione. Secondo il professionista “l’impugnata sentenza è nulla per omessa motivazione in ordine alla concessione all’imputato del beneficio della sospensione condizionale della pena nonostante la rideterminazione della pena finale in due anni di reclusione che avrebbe potuto consentire l’applicazione del beneficio”.

Per la Cassazione il ricorso è infondato e quindi da rigettarsi poiché “premesso l’obbligo di motivazione in capo al giudice di appello in tema di sospensione condizionale, però non può dolersi il ricorrente con ricorso in Cassazione della sua mancata concessione qualora non ne abbia fatto richiesta nel corso del giudizio di merito”.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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