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venerdì, Aprile 19, 2024
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Le mani della Vanella-Grassi sulla sanificazione, tra gli arrestati anche la mamma di Mennetta

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Cinque misure cautelari in carcere, tra i destinatari anche il boss Antonio Mennetta, due obblighi di dimora e di divieto di esercizio di impresa, e un sequestro di beni per oltre 10 milioni di euro rappresentano il bilancio di una indagine della Guardia di Finanza di Napoli. L’espansione commerciale delle imprese riferibili alla Vanella-Grassi e a Mennetta “risulta proiettata anche nei settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da COVID-19, risultando l’acquisizione di incarichi nel campo della sanificazione dei locali”. Tra i beni sequestrati svariati automezzi ed un’imbarcazione; beni che, sulla base degli elementi finora raccolti, risulterebbero direttamente o indirettamente – secondo la Finanza – collegati ad attività delittuose.

La Vanella Grassi ormai gruppo autonomo

I provvedimenti su Mennetta scaturiscono da complesse indagini condotte su alcuni affiliati di spicco del clan camorristico denominato “Vanella-Grassi”. Il gruppo storicamente attivo nell’area nord di Napoli è nato dapprima come costola dei Di Lauro. Dopo la prima faida è confluito nel cartello scissionista degli Amato Pagano  sino a diventare autonomo nella faida del 2012-13. In base alle investigazioni Antonio Mennetta, sebbene sottoposto al regime detentivo del carcere duro, avrebbe mantenuto saldo il controllo sul suo gruppo.

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Il sogno di divenire ‘Imperatore’ di Scampia di Mennetta

ll gip partenopeo contesta agli indagati diverse ipotesi di reato a Mennetta e Company. Si va dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, all’estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio. Sigilli a undici società, diversi immobili, svariati automezzi ed un’imbarcazione. I destinatari del provvedimento, con custodia in carcere, sono oltre al boss della Vanella Grassi Antonio Mennetta, 35 anni, Annunziata Petriccione, 58 anni e madre dello stesso boss. In carcere anche Alberto Sperindio, 41 anni,  Salvatore Di Bari, 43 anni, e Giovanni Vallefuoco, 50 anni; obbligo di dimora e divieto di esercizio di impresa e di uffici direttivi di imprese, invece, per Gianluca Sperindio, 36 anni, e Antonio Aurino, 34 anni.

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