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giovedì, Aprile 25, 2024
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Menù partenopeo di carnevale: ecco cosa si mangia a Napoli il martedì grasso

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Il giorno di Carnevale, occasione perfetta per travestirsi e fare scherzi, dà una scusa in più ai napoletani per fare onore alla tavola. In tutta Italia ci sono tradizioni carnevalesche da rispettare, alcune ricette le trovi anche su Lettoquotidiano.it, ma a Napoli è un tripudio di buon gusto, piatti corposi e da provare almeno una volta nella vita. Vediamo il tipico menù partenopeo di carnevale, spiegando anche qualche curiosità in merito ad ognuno di questi piatti tipici che andremo a vedere.

La lasagna di Carnevale: tradizionale e gustosa

Come primo piatto, i partenopei portano in tavola la lasagna. Sebbene sia una pietanza che si prepara spesso anche di domenica a Napoli, il martedì grasso è d’obbligo gustarsi una bella “fettona” di questa specifica pasta fatta al forno. L’usanza della lasagna carnevalesca ha origini molto vecchie: in epoche antiche si mangiava ricca di ingredienti per prepararsi al periodo di sacrificio e digiuno che si faceva in periodo di Quaresima, che iniziava con il mercoledì delle ceneri. La preparazione richiede massima attenzione agli ingredienti, la pasta si condisce con il sugo al ragù (al suo interno si lasciano cuocere le polpette), mischiato con della ricotta. C’è chi mette anche uovo sofo e parmigiano, chi aggiunge piccole polpettine, ogni paese dell’hinterland napoletana ha le sue abitudini. Ad ogni modo parliamo di una vera bomba, gustosissima e che bisognerebbe provare almeno una volta.

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Le polpette e/o le braciole al sugo

Se nel sugo abbiamo cotto le polpette, non si possono non portare in tavola queste ultime come secondo piatto. Al dire il vero l’uso della polpetta ha un riferimento leggendario: a Napoli il martedì grasso si “piange” la morte di Vincenzo Carnevale, venuto a mancare mentre appunto mangiava una polpetta con cui si affoga.

Per la preparazione delle polpette, devi creare il classico impasto e poi mettere a cuocerle nel sugo (il classico impasto sarebbe a base di pane carne uova e formaggio grattugiato). C’è anche chi le frigge prima e poi le cala nel sugo giusto il tempo di ammorbidire. In alternativa, alcuni passi napoletani prediligono l’uso delle braciole di carne, ovvero involtini farciti con pinoli, uva passa, prezzemolo e parmigiano.

Il dessert? Il migliaccio napoletano

Dopo un primo piatto e un secondo così corposi ti verrà di alzarti dalla tavola ormai satollo. Ebbene aspetta un minuto perché il dolce carnevalesco di Napoli merita menzione e assaggio. Si tratta del migliaccio, che insieme alle chiacchiere fa da padrone durante il martedì grasso.

La ricetta del migliaccio è semplice, a base di ingredienti poveri, è infatti ricavato da una combo di semolino e ricotta (si tratta di un dolce tipico della tradizione povera). Già dal nome (derivato da miglio) si capisce la semplice preparazione, con pochi e poveri ingredienti come miglio e farina può sostituiti dal grano.

Per chi avesse ancora un angolino di spazio c’è un altro dolce da provare, ovvero le chiacchiere. Sono un impasto frutto o cotto al forno che andrebbe accompagnato dal cioccolato (o meglio dal sanguinaccio dolce, altro elemento tipico del carnevale partenopeo). Oggi si prepara solo a base di cioccolato fondente spalmabile, ma il nome deriva dal fatto che un tempo al cioccolato veniva mischiato il sangue di maiale, soprattutto tra i contadini che non potevano permettersi l’acquisto di troppa cioccolata. Le chiacchiere si ottengono creando un semplice impasto a base di farina, uova, lievito, zucchero. Tagliate a listarelle l’impasto, e poi friggetelo. Vedrai che c’è da leccarsi i baffi. Se ti stai chiedendo perché si chiamano chiacchiere, la risposta è banalissima. Semplicemente perché con pochi ingredienti si ottiene un impasto talmente grande che si ricavano tanti dolcetti, come fosse proprio un fiume di parole.

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