La sera del 30 gennaio del 2016, Mario Volpicelli rientrava in casa con le buste della spesa in mano, dopo una lunga giornata di lavoro. Il 53enne, però, non poteva sapere che il killer lo stava aspettando in via Malaparte a Ponticelli. La vittima era un grande lavoratore come riconosciuto anche dalla collaboratrice di giustizia Luisa De Stefano, ma secondo la logica deviata della camorra, era colpevole di essere il cognato dei fratelli Sarno e lo zio di uno dei killer del clan De Micco.
Omicidio Volpicelli, la confessione del ras Minichini
La svolta per l’omicidio Volpicelli è arrivata direttamente dalla voce di Michele Minichini durante un’udienza del processo, tenutasi nel giugno 2023. Soprannominato ‘a Tigre, il ras di Ponticelli ha confessato la sua partecipazione a quell’agguato avendo però un piccolo lapsus: “Mi voglio accusare in questa sede.. dell’omicidio di Gennaro Volpicelli“. Il gip del Tribunale di Napoli ha chiarito che il riferimento era Mario poiché il nipote della vittima, Gennaro, è attualmente detenuto nel carcere di Spoleto.
“Era una bravissima persona”, le dichiarazioni della pentita pazzignana
Fondamentali sono state le parole della pazzignana De Stefano ai magistrati della Procura di Napoli: “L’omicidio fu deciso da me, Vincenza Maione e Michele Minichini . Ricordo che quest’ultimo desiderava vendicare la morte di suo fratello e voleva che questo omicidio avesse la priorità rispetto a quelli degli affiliati ai Mazzarella. Mario Volpicelli era una bravissima persona ed un lavoratore“.
Il blitz contro la mala di Ponticelli
Per l’omicidio di Mario Volpicelli sono stati indagati il ras Minichini, Vincenza Maione e Giulio Ceglie. Tra i primi a parlare di quel delitto c’è stato Tommaso Schisa ex rampollo della mala di Napoli est e figlio della pazzignana: ”A noi interessava l’omicidio perché era parente dei Sarno che avevano fatto prendere l’ergastolo a mio padre. Esecutori materiali Minichini e Tortellino ovvero Giulio Ceglie che guidava un SH 300 sul quale portava Minichini. Vincenza Maione svolse il ruolo di filatrice”.
Ieri la Polizia di Stato eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 7 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio doloso aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo di armi da fuoco in luogo pubblico. Arrestati Michele Minichini, Giuseppe Prisco, Giulio Ceglie, Vincenza Maione, Gabriella Onesto, Ciro Contini, Mariarca Boccia. Il provvedimento cautelare compendia gli esiti delle indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, con l’ausilio di personale del Commissariato Ponticelli.
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