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Mostro di Firenze, svolta clamorosa nel caso: Natalino Mele è il figlio di Giovanni Vinci

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Quando tutto sembrava essersi chiuso, arriva come un fulmine a ciel sereno una prova che potrebbe cambiare interamente la sorte dell’indagine sul Mostro di Firenze. Grazie a nuovi campioni di DNA presi, la famosissima “pista sarda” si è riaperta improvvisamente travolgendo di nuovo nel mistero tutti.

Natalino Mele, il bambino che è scappato dal mostro di Firenze

La sera del 21 agosto del 1968, Barbara Locci e il suo amante Antonio Lo Bianco furono orribilmente uccisi nelle campagne di Signa, vicino Firenze. Quel duplice omicidio commissionato ed eseguito quasi alla perfezione, sarebbe potuto diventare ancora di più un bagno di sangue. All’epoca, il piccolo Natalino Mele di sei anni e mezzo riuscì a scappare e non fu ucciso. Per anni si è creduto che questa fosse stata una disattenzione del killer ma questa storia potrebbe essere vertiginosamente capovolta.

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Gli esami del DNA e la riapertura della pista sarda

Grazie al pronto intervento del genista Ugo Ricci, fondamentale già nel caso Garlasco, sono stati raccolti alcuni campioni di DNA. Secondo i risultati dei test, Natalino Mele in realtà non sarebbe il figlio biologico di Stefano Mele, marito di Barbara Locci. Il vero padre dell’ormai adulto Natalino sarebbe Giovanni Vinci, fratello maggiore di Francesco e Salvatore Vinci, entrambi coinvolti nell’inchiesta e appartenenti alla “pista sarda”. Questa intuizione era già arrivata nel 2018 quando furono prelevati i campioni dai carabinieri del Ros, ma solo adesso la verità è venuta a galla.

Il passaggio d’arma

Questo nuovo tassello della storia complica di molto l’inchiesta. Questa vicenda infatti va a sommarsi al famoso “passaggio d’arma” avvenuto secondo i giudici nel 1974 sino al 1985. L’arma, probabilmente una calibro 22, del primo omicidio non è mai stata ritrovata e si pensa che sia stata quindi consegnata e nascosta. In un primo momento a farne le spese fu Pietro Pacciani, poi assolto in appello e morto poco prima del processo. Adesso sembra essersi a tutti gli effetti riaperta improvvisamente la storia. Quello che era sullo sfondo come la questione del clan sardo di Vinci sembra poter essere un’ottima pista per gli inquirenti. Alessandro fu arrestato e poi liberato, Salvatore fu per anni nel registro degli indagati ma Giovanni non fu mai coinvolto nella storia.

Nuove prove, nuove ipotesi

La scoperta lascia certamente più interrogativi che risposte definitive. Il dubbio più forte resta sull’esecuzione mancata del piccolo Natalino, che ad oggi potrebbe in realtà essere valutata come una scelta più che come un momento di distrazione. I fratelli Vinci avrebbero quindi risparmiato il bambino solo perché sapevano che fosse il figlio di Giovanni? Perchè questa traccia è stata seguita solo recentemente e non sin da subito? Toccherà alla magistratura far luce su queste nuove ipotesi sul Mostro di Firenze.

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