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venerdì, Aprile 25, 2025
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Vandalizzata la targa di Ornella Pinto, uccisa dal compagno a Napoli

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Vandalizzata a Napoli la targa dedicata a Ornella Pinto, giovane vittima del feminicidio. La targa commemorativa si trovava al Punto Lettura di Piazza Ottocalli a Napoli, all’ingresso della canonica della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo. A denunciare l’accaduto la Fondazione Polis, supportata poi dal post del deputato e attvista Francesco Emilio Borrelli.

Chi era Ornella Pinto, vittima di femminicidio

Ornella Pinto è una vittima di femminicidio, che nel 2021, all’età di 39 anni, fu uccisa il 13 marzo dal compagno di 43 anni che non accettava l’imminente fine della loro relazione. Quindici fendenti mentre il bimbo di 3 anni dormiva nella stanza accanto. A Ornella Pinto era stata dedicata la targa all’ingresso del Punto Lettura di Piazza Ottocalli, prima che, per motivi ancora ignoti, venisse vandalizzata.

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Le parole di Borrelli

Intervenuto sul tema della vandalizzazione della targa per Ornella, il deputato di AvS Francesco Emilio Borrelli parla di “gesto insulso, vigliacco, ignorante, becero, abietto. Mentre si riempiono le città di omaggi, murales ed altarini a celebrare criminali, delinquenti, camorristi, rapinatori e boss, si getta fango sulla memoria delle vittime. È l’anti-cultura di una società dove da decenni la mentalità criminale e camorristica ha seminato il proprio bieco pensiero. (…) Alla famiglia Pinto tutta la nostra vicinanza. Potranno strappare tutte le targhe che vogliono, il ricordo di Ornella resterà indelebile così come continuerà in tutti noi il desiderio e la volontà di fermare i femminicidi e tutelare le donne

La Fondazione Polis: “Lavoriamo ancora di più sull’educazione”

La Fondazione Polis, l’istituto di aiuto alle vittime innocenti della criminalità, denuncia l’accaduto con profondo rammarico. Questo il commento del presidente don Tonino Palmese: “Con questo vile gesto viene strappato un richiamo alla memoria e l’indicazione di un luogo dove bambine e bambini crescono con la lettura dialogica, aprendosi a tante opportunità di vita. Questo ci impone di continuare a lavorare sul fronte dell’educazione, della cultura, della comprensione del vivere comunitario. Il nostro abbraccio va al parroco don Salvatore Melluso, a tutti i suoi fedeli, alle nostre operatrici che accolgono le famiglie del quartiere. Proprio ieri abbiamo presentato la nostra ricerca sulla vulnerabilità e sulle devianze alle quali le nostre ragazze ei nostri ragazzi sono sottoposti“.

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