Colpo di scena ieri mattina in aula durante l’udienza celebrata dinnanzi alla Corte d’appello di Napoli (II sezione) dove il ras Salvatore Barile ha presentato un memoriale in cui ammette le proprie responsabilità in relazione all’omicidio di Salvatore Lausi detto ‘Pieulino’, ucciso in via Vergini alla Sanità il 6 ottobre 2002. Nessun pentimento da parte di ‘Totoriello’ ma una ammissione di responsabilità che viene dai trent’anni rimediati in primo grado. Stessa condanna di Michele Mazzarella coimputato insieme al cugino.
La vittima, incaricata della riscossione delle estorsioni nei quartieri Forcella, Maddalena e Sanità, fu ritenuta responsabile dell’ammanco di 100 milioni di lire dalla cassa dell’associazione. Lausi inoltre era sospettato di aver stretto rapporti con Giuseppe Missi, cosa che venne interpretata come volontà di affiliarsi a quest’ultimo, dissociandosi dai Mazzarella.
Fondamentali per la ricostruzione del delitto di via Vergini le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gennaro Lauro ‘o diciassette’, che iniziò il suo percorso di collaborazione con la giustizia all’indomani dell’omicidio del reggente di Forcella Eduardo Bove.
Lauro in particolare ha svelato ai magistrati una importante chiave di lettura delle lettere di Michele Mazzarella, missive inviate dal carcere di Secondigliano ai suoi affiliati. Le lettere, oltre ad evidenziare in modo chiaro il ruolo di leader del sodalizio da parte di Mazzarella junior, sebbene detenuto, sono assai rilevanti per l’accertamento del contesto in cui maturò la decisione di eliminare Lausi e, in particolare, del movente dell’omicidio.


