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giovedì, Aprile 25, 2024
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Omicidio Cimminiello, sentenza dietro l’angolo per i boss Abete e Aprea

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La giustizia non dimentica Arcangelo Abete e Raffaele Aprea: per loro potrebbe essere già domani l’ora della resa dei conti. La sentenza è quella riguardante l’omicidio di Gianluca Cimminiello, il tatuatore ucciso a Casavatore, un’altra vittima innocente della camorra. I due esponenti scissionisti sono infatti imputati nel processo di primo grado. Prima di loro è stato condannato Vincenzo Russo, una condanna al fine pena mai divenuta definitiva soltanto pochi giorni fa.

Nel merito delle accuse che sono state contestate ai due sul delitto Cimminiello, Abete è finito alla sbarra per essere sospettato di essere il mandante di quell’omicidio, mentre suo nipote Aprea, stando a quanto rivelato da numerosi collaboratori di giustizia, fu invece l’organizzatore e il coesecutore materiale del delitto. Nelle prossime ore per loro il cerchio potrebbe chiudersi definitivamente. Quel 2 febbraio del 2010, Gianluca Cimminiello venne centrato da un proiettile che gli trafisse i polmoni. A sparare fu dunque Vincenzo Russo. Per Arcangelo Abete, considerato il mandante dell’omicidio, e Raffaele Aprea, che organizzò l’agguato, il processo volge al termine: il pubblico ministero ha già chiesto la condanna di entrambi al carcere a vita.

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