I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno confermato la sentenza di ergastolo (con isolamento diurno per tre mesi) per Alessandro Impagnatiello, ma hanno escluso l’aggravante della premeditazione e riconosciuto invece l’aggravante della crudeltà e del rapporto di convivenza. Impagnatiello è accusato dell’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta del loro figlio Thiago. Il verdetto, letto davanti alle telecamere (non ammesse in aula per il processo) è arrivato dopo poco più di due ore di camera di consiglio.
Cosa aveva detto La difesa Impagnatiello: “Ha chiesto scusa alla famiglia della vittima, è stato un omicidio non premeditato, né crudele”
Un omicidio «non premeditato, né crudele» per il quale merita le attenuanti generiche. E’ quanto sostiene la difesa di Alessandro Impagnatiello, condannato in primo grado all’ergastolo per il delitto della compagna Giulia Tramontano e del figlio Thiago che portava in grembo, davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano. In aula, l’avvocata Giulia Geradini sostanzialmente ripercorre le 25 pagine dei motivi d’appello. Per la difesa non c’è la premeditazione: il divano coperto per non macchiarlo di sangue «non è stato in alcun modo dimostrato» così come il tappeto spostato per lo stesso motivo; la ricerca in internet ‘ceramica bruciata vasca da bagno’ è troppo prossima all’omicidio. La condotta dell’imputato è «grossolana e maldestra»: compra la benzina dopo aver ucciso Giulia Tramontano, acquista il carrello per trasportare il cadavere il 30 maggio, più volte sposta la vittima lungo le scale condominiali, lascia la confezione di topicida in bella vista sebbene lo abbia somministrato alla ventinovenne mesi prima di ucciderla con 37 coltellate. Impagnatiello si sente «costretto» in quella gravidanza non desiderata: lui che «non vuole deludere la famiglia» finisce per accettare ma solo in apparenza: per almeno un paio di mesi somministra alla vittima del veleno per topi. Per la difesa non ci sono elementi per parlare di premeditazione, né di dire con certezza da quanto venisse somministrato il topicida. Quanto all’aggravante della crudeltà non sussiste «perché i colpi sono stati sferrati con velocità”. Giulia Tramontano, inizialmente colpita alle spalle, «non ha tentato di difendersi e non ha avuto il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo».