Confermata anche in Appello la condanna a 24 anni di carcere nei confronti di Maurizio Severino, accusato della morte di Patrizio Falcone. Stamattina la sentenza, davanti alla Terza Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli nei confronti dell’imputato. Per Severino (difeso dall’avvocato Giovanni Bianco) c’è stata la conferma della condanna in primo grado. I giudici hanno accolto l’istanza degli avvocati difensori delle parti civili riguardo la riformulazione del risarcimento danni. La famiglia (la moglie Anna Gaeta, i figli Francesco e Carmine, la mamma Carmela Ruggieri ed i fratelli) sono stati difesi dagli avvocati Virginia de Marco, Gennaro Siciliano e Biagio Cepollaro
Ammazzato con una coltellata per un motivo banalissimo, un omicidio che ha sconvolto l’intero quartiere di Piscinola. Da quel maledetto giorno di fine maggio la famiglia Falcone non riesce a darsi pace e chiede giustizia per la morte di Patrizio. Fu ucciso dopo una lite condominiale avuta con Maurizio Severino, che fu arrestato poco dopo.
Una lite trasformatasi in tragedia. Una lite condominiale che porta con sè un uomo morto in circostanze assurde. Questo è quanto avvenuto in via Nuova detta la Vigna a Piscinola, area nord di Napoli. Una discussione per un’area adibita a terrazzo, liti e tensioni che andavano avanti da tempo e che quel giorno hanno raggiunto il punto di non ritorno. Ad innescare la furia di Severino Mauro un alterco per uno spazio, lite comunissima in qualunque altro condominio, non qui: Mauro, stando alla ricostruzione dei carabinieri, avrebbe affrontato Patrizio Falcone, 42 anni, nello spazio condominiale e dopo qualche parola di troppo l’avrebbe colpito con un coltello. Il fendente mortale al petto non ha lasciato scampo a Falcone. Vani i tentativi di salvarlo, nemmeno la folle corsa al Cardarelli è riuscita a salvare la vita all’uomo.