La morte di Emanuele Tufano ha sconvolto la città di Napoli e, soprattutto, i residenti del quartiere. L’omicidio del 15enne è avvenuto nel budello di via Carminiello al Mercato, il 24 ottobre del 2024, e già il giorno dopo la notizia è stata commentata da tutta Italia, rimasta colpita dall’efferatezza e della giovane età della vittima. Subito dopo l’agguato sono iniziate le indagini della Squadra Mobile e coordinate dalla Procura.
Le intercettazioni tra la mamma dell’indagato e la maestra dopo l’omicidio di Emanuele Tufano
La prima utenza intercettata dalla Procura dei Minorenni è stata quella intestata al papà di un minorenne indagato e utilizzata dalla moglie A. Il giorno dopo la morte di Tufano è stata captata la conversazione tra la donna e la maestra, infatti, la prima ha confidato i suoi timori per eventuali ritorsioni da parte del gruppo nemico della Sanità.
Inoltre la madre dell’indagato ha descritto il conflitto e confermato che, nel corso dello stesso, il figlio si sarebbe riparato dietro al bidone della spazzatura. Proprio su quel contenitore dei rifiuti sono stati ritrovati numerosi bossoli di pistola, Dunque nella conversazione tra le due donne ci sono alcune espressioni particolarmente eloquenti che attesterebbero la piena conoscenza alla mamma del minorenne in merito alla sparatoria
“Poteva stare mio figlio là”
Mamma A: Però maestra poteva stare pure mio figlio là dietro a quel bidone che avete visto tutti quanti quelle fotografie c’era mio figlio.
Maestra: Quale bidone? No io non sono proprio andata.
Mamma A: e vedetele vedetele.
Maestra: ve lo giuro sui miei nipoti che sono andati via ve lo giuro io non non sono andata proprio là.
Mamma A: No no voi se vedete se aprite pure Tiktok, un Facebook sui giornali.
Maestra: no no no no non e che mi vi volevi dire.
Mamma A: dietro a quel bidone c’erano tutte le botte, c’era mio figlio.
Maestra: ah.
Mamma A: e se non c’era quel bidone oggi io stavo peggio di quella mamma perchè me lo avevano ucciso pure mio figlio.
La notte dell’omicidio Tufano raccontata dal capo della Squadra Mobile di Napoli
“La notte del 24 ottobre siamo intervenuti in via Carminiello a Mercato dove abbiamo trovato un ragazzo morto e una scia di bossoli lunga 150 metri: per noi è stata una fortuna che sia morto solo un ragazzo. Poi ci hanno avvisato del ferimento di un minorenne all’ospedale Pellegrini e di un altro caduto dallo scooter. Dunque abbiamo registrato una calata di giovani dalla Sanità a bordo di scooter, come fossero cavalli, e così i ragazzi di piazza Mercato si sono armati. Sono state utilizzate almeno 5 armi: è un miracolo che ci sia scappato solo un morto. Questi ragazzi agiscono per conto dei clan e accedono alla loro corte in età giovanissima mentre i più grandi fanno affari. Un’ora prima dell’omicidio Tufano, due appartenenti del gruppo Sanità hanno sfidato quelli del Mercato sedendosi al tavolo di un ristorante. Già in quel momento hanno percepito l’invasione così i due gruppi si sono armati”, ha dichiarato il capo della Squadra Mobile Giovanni Leuci