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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Voleva riorganizzare il clan Lo Russo, l’ipotesi sull’omicidio Angellotti

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Oggi pomeriggio il cadavere di Pasquale Angellotti è stato scoperto all’interno di una Fiat Cinquecento in via Liguria nell’ex feudo dei Lo Russo. Dunque si tratta di omicidio, infatti, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli sono giunti nel quartiere di Miano per condurre i rilievi del caso, infatti, la zona è transennata. Le urla di amici e parenti della vittima si sono uditi dopo la vista del cadavere.

Secondo una prima ricostruzione la vittima sarebbe stata affiancata dai sicari giunti in scooter che hanno esploso a bruciapelo diversi colpi di pistola prima di fuggire poco dopo le 17:30. Secondo gli ultimi sviluppi delle indagini, Linuccio ‘o cecato stava cercando di riorganizzare la famiglia dei cosiddetti Capitoni. La vittima 54enne finì in carcere nell’ottobre 2014 ma uscì nel 2018 dopo l’arresto per un omicidio di camorra.

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LE ACCUSE CONTRO ANGELLOTTI

Secondo l’accusa Angellotti uccise Costanzo Calcagno nel giorno del suo compleanno in un circolo ricreativo nell’aprile 2001 ad Ercolano. Per quell’agguato, secondo gli inquirenti, i vertici del clan Birra si avvalsero proprio di Angellotti, appartenente al clan Lo Russo, organizzazione loro alleata.

LA SITUAZIONE CRIMINALE A MIANO

A Miano sarebbe ancora in atto una significativa riorganizzazione degli assetti a seguito delle vicende giudiziarie che hanno colpito lo storico clan dei Capitoni. I suoi membri sono stati colpiti da numerosi provvedimenti cautelari, condanne a carico di elementi di spicco e collaborazioni avviate da alcuni esponenti apicali.

Carlo Lo Russo iniziò a parlare con i magistrati già nel luglio del 2016, preceduto di qualche mese da Mario Lo Russo. Ad ottobre Rosario De Stefano e nel novembre 2016 Antonio Lo Russo decisero di pentirsi, così come avvenne per Mariano Torre nel novembre 2017 e Luca Covelli nel gennaio 2019. Questi eventi avrebbero rafforzato i propositi espansionistici del confinante clan Licciardi e l’affermazione di compagini composte da ex affiliati che si sono divise il territorio di Miano per la gestione delle attività illecite.

I DUE GRUPPI DI MIANO

Nell’area Ncopp Miano opera il gruppo Cifrone in sinergia con i Perfetto (imparentati con i Lo Russo), mentre nell’area di ‘Abbasc Miano’ sono attive le famiglie Balzano-Scarpellini-D’Errico i cui sono stati arrestati dalla DIA e dai Carabinieri nel febbraio 2020 nell’ambito dell’operazione Thyrus.

Il gruppo Cifrone è stato invece oggetto della misura cautelare eseguita il 20 ottobre 2020 nei confronti di alcune suoi elementi di spicco tra cui figura un pregiudicato proveniente dai ranghi storici del clan Lo Russo. Le indagini permisero di ricostruire le attività del clan a partire dalla sua costituzione fino al momento della frattura con i Balzano-Scarpellini-D’Errico.

Evidenziata in particolare la diretta discendenza dei Cifrone dal clan Lo Russo rispetto al quale: “Non si assiste ad una novazione, bensì ad una successione a titolo particolare di un consesso che utilizza lo stesso metodo e si pone le medesime finalità criminali del precedente”, scrive la Dia nella sua ultima relazione.

L’ombra degli eredi dei Lo Russo su 6 omicidi: gruppi in lotta nel quartiere

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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