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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Piero Chiambretti, lettera commovente alla madre ucciso dal coronavirus: «Non scorderà quel giorno»

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A distanza di tempo, Piero Chiambretti ha voluto ricordare la madre Felicita morta a causa del coronavirus. In una lettera, difatti, il conduttore ha ringraziato i medici per il lavoro svolto ed il sostegno che questi ultimi gli hanno offerto durante la battaglia contro il maledetto mostro.

La lettera di Piero Chiambretti dedicata alla madre morta a causa del coronavirus

Parole commoventi quelle che il conduttore ha voluto usare per ricordare uno dei momenti più difficili della sua vita. “Il 16 marzo sono stato ricoverato d’urgenza all’Ospedale Mauriziano di Torino – confesse nella lettera inviata a “La Repubblica” – per tre focolai di polmonite a causa del Covid-19. Un giorno che non potrò mai dimenticare. Il pronto soccorso, i suoi rumori, la confusione di medici e malati, le barelle, le mascherine, sensazioni di qualcosa che avevo visto alla televisione, ma che dal vivo erano un’altra cosa. Gli occhi di quelli che arrivavano ad ogni ora, come in un ospedale militare da campo, erano spalancati, terrorizzati, in cerca di qualche segnale di conforto”.

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“La mia storia è tristemente nota. In pochi giorni nello stesso reparto ho perso mia mamma – racconta Piero Chiambretti – ma anche con lei il personale medico è stato perfetto. Hanno tentato di tutto per salvarla, dandomi un sostegno psicologico nelle ore più difficili. Qualcuno, non so dove, ha scritto che ho avuto un trattamento di favore. Nulla di più falso. Dentro quelle stanze eravamo tutti uguali con un obiettivo comune: salvare la pelle. Pensare che ci fossero dei favoritismi è un torto che si fa a persone che oltre a lavorare in condizioni difficili hanno perso la vita per tanti di noi”.

Il ricordo dei medici

“Col passare dei giorni questi esempi di una Italia meravigliosa sono diventati familiari. Ci chiamavamo per nome e la sensazione che ho avvertito nitidamente è che spesso si sostituissero ai famigliari che molti non avrebbero visto mai più. Io li ricordo tutti con affetto per come ci hanno seguito, tanto che molti di loro li abbiamo sentiti ancora dopo essere stati dimessi”. Poi il conduttore continua.

“La mattina successiva la morte di mia mamma, io miracolosamente ho cominciato a stare bene (grazie Felicita), tanto da essere dimesso dopo una settimana e due tamponi negativi. Era un lunedì pomeriggio, quando impreparato a lasciare l’ospedale sono tornato a casa in taxi in pigiama, considerato che portato via d’urgenza quindici giorni prima a sirene spiegate, non avevo neppure una borsa”.

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