Vendevano normale acqua potabile spacciandola per terapeutica. Per questo il gip di Milano Anna Calabi, su richiesta del pm Mauro Clerici, ha disposto il sequestro in tutta Italia dei lotti di ‘AcquaUro’ e ‘Acquaendo’, dei depliant pubblicitari e ha ordinato l’oscuramento dei siti web che reclamizzavano l’acqua, prodotta con quella in esubero dello stabilimento piemontese Fonti di Vinadio (non coinvolta).
Nell’indagine per frode in commercio è indagato il legale rappresentante della società di diritto elvetico Setthim.
Nel registro degli indagati, con l’accusa di frode in commercio, è finito il nome del legale rappresentante della società di diritto elvetico Setthim, Giuseppe Anguilla, 54enne di Lecce ma residente in Svizzera.
All’anziano che ha fatto denuncia è stato l’urologo di fiducia a consigliare di bere l’acqua «terapeutica». L’uomo però lamentava il fatto di trovarla simile «a quella del rubinetto», ma con un costo eccessivo. Nonché il fatto che si poteva comprare solo attraverso un numero verde con un ordine minimo di 4 confezioni da 6 bottiglie per un costo complessivo di 42 euro. Le due acque «AquaUro» e «AquaEndo» venivano pubblicizzate in modo «ingannevole», con la «sponsorizzazione» della «Società italiana di urologia» e della «Società italiana di endocrinologia». Entrambe le bottiglie erano vendute con etichette con la scritta «Acqua naturale – acqua miscelata utilizzando fonti di alta quota» e riportavano un «codice a barre molto simile a quello riportato sulle fustelle delle confezioni farmaceutiche».


