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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Ricercato catturato a Casoria, voleva vendere un quadro a Maria Licciardi

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Girava vestito da operaio e con parrucche da donna per sfuggire alle forze dell’ordine ma, ieri pomeriggio, la Polizia di Stato ha catturato Vincenzo Esposito per associazione per delinquere finalizzata alla rapina, porto abusivo di armi da fuoco, ricettazione, evasione, oltraggio a pubblica sicurezza e reati in materia di falso. Il 59enne pregiudicato, il 15 febbraio scorso, sfuggì ad un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento – Ufficio Esecuzioni Penali – a seguito di revoca della detenzione domiciliare disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, dovendo espiare la pena residua di 25 anni e 4 mesi di reclusione.

ERA VESTITO DA OPERAIO

Dunque gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Afragola lo hanno rintracciato a Casoria, a seguito di un’attenta attività di indagine, a bordo di un’autovettura di una ditta di impiantistica elettrica e con abiti da operaio. Inoltre Esposito è stato trovato in possesso di un documento di identità falso valido per l’espatrio e sull’auto sono stati rinvenuti diversi indumenti, trucchi e parrucche femminili volti ad evitarne il riconoscimento. Nell’ambito della stessa attività è stato denunciato in stato di libertà un altro soggetto, 32enne, che avrebbe favorito la sua irreperibilità.

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Nell’aprile del 2022 i poliziotti della Squadra Mobile e i militari dei R.O.S. dei Carabinieri di Napoli avevano eseguito nei suoi confronti un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura Distrettuale di Napoli, in quanto ritenuto autore insieme ad altri cinque persone, a vario titolo, del furto e della ricettazione del preziosissimo dipinto riproducente l’icona Cristo Benedicente, meglio conosciuto come “Salvator Mundi”, attribuito alla Scuola di Leonardo Da Vinci, risalente al XVI secolo.

COLPO ALLA BANDA DEI TRAFFICANTI D’ARTE

Il 26 aprile 2022 i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Napoli, eseguirono un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 6 soggetti gravemente indiziati: Pasquale Ferrigno, Marco Fusaro e Tommaso Boscaglia accusati di furto aggravato mentre Vincenzo Esposito, Antonio Mauro e Domenico De Rosa, della ricettazione, aggravata dalla finalità dell’agevolazione mafiosa, del dipinto, olio su tavola.

L’opera venne ritrovata il 16 gennaio 2021, dopo il furto dalla Basilica di San Domenico Maggiore – Convento dei Padri Domenicani, raffigurante l’icona del Salvator Mundi o Cristo Benedicente, copia del più famoso Salvator Mundi realizzato da Leonardo da Vinci, venduto dalla casa d’asta Christie’s di New York per un valore di 450 milioni di dollari. La copia in questione risulta essere stata realizzata da un allievo di Leonardo nel secondo decennio del secolo XVI.

UN QUADRO PER IL BOSS LICCIARDI

Lo scorso febbraio i trafficanti d’armi sono stati condannati, dal gip di Napoli Maria Laura Ciollaro. Erano accusati a vario titolo del furto e della ricettazione di una preziosissima copia del Salvator Mundi. Il dipinto del 1400, attribuito alla Scuola di Leonardo da Vinci, venne rubato dalla Basilica di San Domenico Maggiore di Napoli e ritrovato dalla Polizia di Stato il 16 gennaio 2021, in un’abitazione del quartiere Ponticelli.

Il giudice ha condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione Pasquale Ferrigno, Marco Fusaro e Tommaso Boscaglia, ritenuti gli autori del furto. Per i due ricettatori Antonio Mauro e Domenico De Rosa il giudice per le indagini preliminari ha disposto invece una condanna, rispettivamente, a 4 anni e 4 mesi di reclusione e 5 anni e 6 mesi di reclusione.

Gli imputati sono stati anche condannati a risarcire i danni alla parte civile da liquidarsi in separata sede. Secondo quanto emerso dalle indagini del Ros l’acquisto del quadro venne proposto a Maria Licciardi, boss dell’Alleanza di Secondigliano.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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