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giovedì, Marzo 28, 2024
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Sciame sismico in provincia di Napoli, i rischi per i residenti dell’hinterland giuglianese

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Sia ieri che alla vigilia dell’Epifania, mentre tutti i bambini erano pronti ad aspettare l’arrivo della befana, a scuotere l’animo e la tranquillità delle persone è stata una scossa di terremoto avvertita tra Napoli e Caserta. Alle ore 22.15, un sisma di magnitudo ML 2.7 è stato registrato con epicentro a Forchia (BN), a solo 6 Km di profondità. Tante le persone che hanno segnalato la scossa, soprattutto nell’Agro Aversano, nel Casertano, nel Nolano e nel Pomiglianese. Un sisma di lieve entità, ma che ha fatto venire pelle d’oca a tutti quelli  che hanno ripercorso in pochi secondi le scene tragiche del terremoto del 1980 e di Ischia.

Certamente, dopo gli sciami sismici registrati dall’ Osservatorio Vesuviano agli inizi di Dicembre 2018 e gli eventi disastrosi  di Catania correlati all’intensa attività vulcanica dell’Etna la situazione non sembra affatto  rassicurante e spesso la paura si fa sentire.

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In questo scenario, certamente, Giugliano non è un isola felice dove poter dormire sonni tranquilli, infatti l’intero territorio comunale è classificato in ZONA SISMICA II secondo l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003; ossia, una “ Zona dove possono verificarsi forti terremoti”. Non solo Giugliano, ma la maggior parte dei comuni appartenenti alla Città Metropolitana di Napoli  sono classificati in ZONA II,  su una scala che varia dalla ZONA I  “più pericolosa, dove possono verificarsi fortissimi sismi”,  alla ZONA IV “meno pericolosa e dove i terremoti sono rari”.

Anche secondo le ultime “disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei” contenute nel  DPCM del 24/06/16, Giugliano (in quota parte)  rientra nella nuova riperimetrazione della ZONA ROSSA. Nello specifico, sulla base degli studi effettuati dalla comunità scientifica,  la sola porzione di  territorio comunale al confine con Quarto e Pozzuoli rientra in tale area, che sarebbe da evacuare cautelativamente  in caso di ripresa dell’attività eruttiva dei Campi Flegrei, in quanto ad alta probabilità di invasione da parte di flussi piroclastici. Ad assistere i Giuglianesi cautelativamente evacuati  ci penseranno le provincie gemellate di Trento e Bolzano mediante specifici piani di trasferimento e di accoglienza proposti dalla protezione civile.

STALCIO DI MAPPA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLA ZONA ROSSA E GIALLA

Sempre secondo le disposizioni del DPCM del 24/06/16, mentre per le popolazioni della ZONA ROSSA si prevede cautelativamente  l’evacuazione, in altre province gemellate, per gli abitanti di alcuni comuni limitrofi come Villaricca, Calvizzano, Casavatore, Marano e Melito ricadenti nella ZONA GIALLA. saranno prese una serie di misure di salvaguardia  che prevederanno l’intervento della Protezione Civile Nazionale con specifiche strategie operative diversificate ed attuabili in maniera dinamica al momento dell’emergenza. Secondo gli studi effettuati nel caso in cui si verificasse l’eruzione di scenario ipotizzata, la ZONA GIALLA, sarebbe quella porzione di territorio esposta ad una ricaduta di materiale piroclastico, con una probabilità di superamento del valore di carico di 300 kg/mq pari al 5%. Si pensi che 300kg/mq  equivalgono all’incirca a 30 cm/mq di cenere vulcanica.  Buona parte della restante porzione del territorio di Giugliano non ricompresa nella zona Rossa, secondo le simulazioni ipotizzate, sarebbe esposta ad una ricaduta di materiale piroclastico, con una probabilità di superamento del valore di carico compreso tra i 300 kg/mq ed i 200 kg/mq  pari al 5%.

 

MAPPA DEL CARICO DA CENERE CON PROBABILITA’ DI SUPERAMENTO DEL 5%

Seguendo sempre le curve di isocarico  secondo lo scenario ipotizzato la parte a nord di Giugliano confinante coi comuni di Villa Literno, Castel Volturno, Casapesenna e San Cipriano D’Aversa addirittura potrebbero non essere interessata dal fenomeno di deposito delle ceneri piroclastiche.

Lo studio degli scenari eruttivi più probabili della caldera vulcanica dei Campi Flegrei è certamente un qualcosa estremamente complesso e difficile se correlato alle possibili fenomenologie attese. Basti pensare solo allo studio dei vari scenari eruttivi da prevedere in funzione della probabilità di apertura delle bocche eruttive da ipotizzare nelle  diverse zone dei Campi Flegrei, che  condiziona la potenziale distribuzione dei depositi piroclastici sul territorio. Diversamente dallo studio di un  vulcano ad  apparato centrale, per la caldera dei Campi Flegrei  l’area di possibile apertura di bocche eruttive è molto vasta.

  • Di fronte a tali scenari non certo rassicuranti, anche il Comune di Giugliano corre ai ripari aderendo al fondo per la prevenzione del rischio sismico per la redazione di indagini e studi di microzonazione sismica di livello I e la Condizione Limite di Emergenza che porterà alla redazione di uno strumento urbanistico importante preliminare al P.U.C.
  • A breve dovrebbero partire anche numerosi studi di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici al fine di avere una chiara ed inequivocabile diagnosi degli stessi e di prevedere una scala di priorità di interventi da attuare.
  • Molto interessante è stata inoltre, la campagna di sensibilizzazione “Diamoci una scossa” messa in atto dai professionisti del settore, ingegneri ed architetti, che durante “La giornata di prevenzione del rischio sismico” hanno raccolto numerose adesioni di privati ed amministratori di condominio per effettuare una visita tecnica gratuita al fine di poter fornire una prima informazione sullo stato di rischio dell’immobile e sulle possibili soluzioni finanziarie e tecniche per migliorarlo.

 

Nonostante lo sforzo da parte di tutti, la strada da percorrere è ancora tanta al punto da  chiedersi se la nostra “madre natura” oltre a regalarci gli intensi ed unici sapori della nostra terra e l’incantevole bellezza dei paesaggi naturali, possa un giorno trasformarsi in “madre matrigna” abbandonandoci ad un destino poco felice con la ricomparsa del gigante “Supervulcano dei Campi Flegrei “

 

di Nicola Maglione

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