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venerdì, Maggio 17, 2024
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Scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro in Vaticano: “Dopo 40 anni ho potuto sfogarmi”

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Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno di 40 anni fa, ha finalmente sostenuto un colloquio con il promotore di giustizia Alessandro Diddi. L’uomo si dice sereno e soddisfatto per la disponibilità del promotore e la sua volontà di fare chiarezza.

L’incontro con il promotore di giustizia 

All’uscita dal Vaticano, dopo otto ore di colloquio, Pietro Orlandi sostiene di essere sereno. Pare che l’incontro con il promotore di giustizia sia stato particolarmente redditizio, il fratello di Emanuela Orlandi sembra aver finalmente trovato comprensione e volontà di fare chiarezza da parte del promotore. “Abbiamo parlato di tante cose, della famosa ‘trattativa Capaldo’, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso” ha spiegato, accompagnato dall’avvocato della famiglia.

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Finalmente, dopo 40 anni, ho potuto sfogarmi e ho trovato ampia disponibilità a fare chiarezza, a mettere un punto, qualunque sia la responsabilità. Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane” continua poi.

Le parole di Pietro Orlandi  

Sono state verbalizzate tutte le mie dichiarazioniHo fatto i nomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare anche di alti prelati come il cardinale Re che stava sempre a casa nostra e altri personaggi eccellenti. Da tre anni chiedevo di essere ascoltato. Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare, dopo le mie dichiarazioni ci devono essere delle risposte” continua poi Pietro Orlandi. “Il fatto stesso che il promotore abbia ricevuto da papa Francesco e dal Segretario di Stato il compito di fare chiarezza e non fare sconti a nessuno è significativo, se ci sono responsabilità, anche in alto, io non mi tiro indietro” dice.

E’ stato un incontro lungo, ma positivo, otto ore, sono andato alle tre tre e ho finito poco fa, però ho percepito la volontà di fare chiarezza“. “Lo stesso Diddi mi ha detto: ‘io ho avuto mandato dal segretario e da papa Francesco di fare chiarezza al 100%, di indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice’ , e quello per me già è una cosa positiva. Perché io poi ho raccontato tutto le cose che avrei voluto portare quindi lì ho potuto verbalizzare nomi cognomi di tutte le indagini fatte privatamente“. “Loro la Banda della Magliana l’hanno sempre considerata una manovalanza, l’impressione che ho avuto io è che loro la responsabilità la stanno cercando dentro” spiega Pietro Orlandi durante un’intervista a ‘di Martedì’ fatta dopo il confronto con Diddi.

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