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martedì, Marzo 19, 2024
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Orlandi-Gregori, la Camera dice sì alla Commissione d’inchiesta: “Movimenti strani in Vaticano”

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La Camera da il via libera per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che  farà luce sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Le due ragazze sono scomparse a qualche settimana di distanza, una cittadina vaticana e l’altra cittadina italiana. Entrambe giovani, entrambe provenienti da famiglie per bene, entrambe scomparse nel nulla e legate da un incredibile filo che collega indizi e persone.

7 maggio 1983 – Mirella Gregori

Il 7 maggio del 1983 Mirella Gregori era in casa sua, aveva avvertito la mamma che avrebbe dovuto incontrare degli amici. Il citofono suona e a rispondere è proprio Mirella, confusa la 15enne chiede più volte chi fosse a parlare prima di scendere. Mirella avvisa la madre che giù al palazzo vi è un amico, con questo dovrà scambiare delle chiacchiere veloci per poi risalire poco dopo. Mirella però non è più tornata a casa, gli interrogatori successivi alla scomparsa hanno poi dimostrato che l’amico al citofono nella realtà non era mai andato giù al palazzo di Mirella. Una trappola per far si che Mirella Gregori scendesse con le sue stesse gambe verso il suo rapitore.

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22 giugno 1983 – Emanuela Orlandi 

Il 22 giugno del 1983 l’aria di Roma era afosa, Emanuela Orlandi si preparava per la sua lezione di musica. Pietro Orlandi, fratello maggiore, era in casa e la vede prepararsi per la lezione; con la sua borsa ed il suo flauto. Emanuela saluta tutti e scende, arriverà alla scuola di musica e finita la lezione chiamerà casa. Un uomo l’aveva fermata per una proposta di lavoro, la sorella all’altro capo del telefono le consiglia di fare ritorno a casa e parlare con i genitori, Emanuela non tornerà più dalla sua famiglia.

“L’asse Orlandi – Gregori”

Da questi due giorni si susseguono piste ed indizi che, ad un certo punto, incrociano le due giovani. Le telefonate anonime delle due voci de ‘L’americano’ e il riscatto dell’aggressore del Papa sono le due chiavi principali. La storia di Emanuela si infittisce ancor di più, un mix di malavita, politica internazionale e chiesa che fa rabbrividire. Dalla banda della magliana alla telefonata sospetta la stessa sera del rapimento agli uffici vaticani, gli indizi sembrano puntare il dito proprio verso la sua città.

Se è vero che tutti le strade portano a Roma anche in questo caso, per le due ragazze, tutte le strade portano a pochi metri dai loro domicili. Pietro Orlandi e Maria Antonietta Gregori, rispettivamente fratello di Emanuela e sorella di Mirella, non hanno mai smesso di lottare. Pietro Orlandi è infatti sempre stato attivo nelle ricerche, non arrendendosi mai a nessun no. Con coraggio e dedizione ha sempre mostrato il valore e la purezza per il quale la sua famiglia e sua sorella meritano una risposta.

Le parole di Pietro Orlandi dopo il si

Negli ultimi anni pare che qualcosa stia cambiando, i due casi infatti hanno riottenuto l’attenzione della politica italiana, e non solo. Dopo il si della Camera Pietro Orlandi spiega: “La giustizia non può avere colore politico, lo stanno dimostrando. Ci hanno abituato ad accettare passivamente le cose ma oggi, ho percepito un cambiamento. Lo Stato non vuole più subire questo sopruso a capo chino, la vicenda di Emanuela riguarda tutti. Tutti hanno percepito che c’è qualcosa dietro alla scomparsa di mia sorella. Fino a qualche tempo fa erano tutti meno liberi“.

Nella discussione in Aula hanno fatto tutti riferimento alla famosa trattativa con il Vaticano intrapresa dal magistrato Giancarlo Capaldo, a capo dell’inchiesta su Emanuela prima che gli fosse tolta (Capaldo avrebbe dovuto rimuovere la salma del boss De Pedis dalla Basilica di Sant’Apollinare in cambio di un dossier su Emanuela, ndr). In molti tra i deputati hanno pubblicamente notato che a Capaldo fu tolta l’inchiesta da Giuseppe Pignatone che archiviò tutto, e che lo stesso adesso è a capo del Tribunale Vaticano. Forse questa commissione potrà fare anche qualcosa in più della stessa Procura. Spero arrivi presto l’okay anche dal Senato per procedere in tempi brevi“. Così parla Pietro Orlandi dei punti che più lo hanno colpito.

Le sedute della commissione saranno pubbliche. Ad esempio, se Capaldo verrà interrogato, non potrà più essere ignorato dal Vaticano, non potranno più stare in silenzio. La cosa grave è stata che quando hanno ascoltato Capaldo in Procura, due anni fa, lui fece i nomi delle persone presenti alla trattativa. Oltre ai nomi di Domenico Giani e Costanzo Alessandrini (a capo all’epoca della gendarmeria Vaticana, ndr) disse che c’era anche il magistrato Simona Maisto. Il mio avvocato Laura Sgrò ha chiesto di incontrare magistrati per convocare la Maisto ma fu ignorata, nessuna risposta. La Maisto è morta quattro mesi fa e non potrà più testimoniare“.

“Movimenti strani, no?”

Purtroppo sta sfumando. A due mesi dall’apertura della prima inchiesta su Emanuela, non ci hanno ancora convocato e questo colpisce perché se si parte con un’inchiesta per cercare la verità, la prima cosa da fare sarebbe sentire i familiari. Insieme al nostro avvocato Laura Sgrò, da due anni chiediamo di essere ascoltati dal tribunale Vaticano perché abbiamo degli elementi importanti. Avevo pensato a un rigurgito di coscienza ma forse mi sbagliavo. Mi aspettavo avrebbero convocato Padre Georg, braccio destro di Ratzinger che nel 2011 mi disse che c’era un dossier contenente la verità su mia sorella. E invece è di ieri la notizia che Papa Francesco l’ha mandato in Costa Rica. Spero lo ascolteranno prima che parta. Che senso ha aprire un’inchiesta e inviare i testimoni dall’altra parte del Mondo? Mi ricorda quando, nel ’97, Papa Giovanni Paolo II mandò Marcinkus in Arizona non appena venne fuori la pista interna al Vaticano su Emanuela. Sono movimenti strani, no?“.

Le parole di Maria Antonietta Gregori  

Conclude poi: “Da quando è stata chiusa l’inchiesta su Emanuela e Mirella, nel 2015, noi familiari siamo sempre andati avanti ma adesso non mi sento più solo, c’è una commissione che ci darà una mano. Alla fine della seduta tutti i deputati si sono alzati in piedi, si sono voltati verso di noi e ci hanno rivolto un lungo applauso. Le istituzioni ci hanno dimostrato affetto, è bello sentirsi appoggiati dallo stato italiano, mi sono commosso“.

A parlare è anche Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella: “Sono contenta e spero stavolta si possa fare luce su Mirella, aspetto fiduciosa il voto al Senato“. “Spero la mia fiducia sia meritata, 40 sono anni tanti ma se vogliono davvero, con i mezzi di oggi possono arrivare alla verità” conclude.

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